Che il mercato immobiliare, nel suo complesso, non se la stesse passando troppo bene, era noto da tempo e la conferma è arrivata oggi dal Primo rapporto Nomisma 2008 sulla congiuntura del settore in Italia. L'istituto bolognese mette in luce che il raffreddamento già registrato nel 2007 ha subito una netta accelerazione nel secondo semestre dello scorso anno e ancora più nei primi mesi del 2008. In deciso calo il numero di compravendite che, a fine 2007, si sono attestate a circa 820mila unità scambiate, con una contrazione del 5% rispetto all'anno precedente. Flessione che, secondo gli operatori intervistati da Nomisma, dovrebbe accentuarsi nel corso del 2008, attestandosi tra il 5 e il 7%, con punte del 10% nelle grandi città. Quanto ai prezzi, nell'anno in corso in media resteranno stabili, ma soprattutto, nelle grandi città dovrebbero cominciare a dare segnali di flessione.
Famiglie poco indebitate, i prezzi medi non scendono. Lo scorso anno il costo degli immobili è cresciuto ancora, a livello nominale, del 5,1% nelle principali metropoli e del 5,9% nei centri di medie dimensioni (anche se va precisato che gli aumenti sono stati messi a segno soprattutto nel primo semestre; nel secondo si è registrato un calo favorito da sconti che hanno raggiunto punte del 13,2% a Roma e a Milano del 9,5%). La ragione, spiegano gli esperti di Nomisma, è da attribuire soprattutto alla solidità patrimoniale delle famiglie e delle imprese italiane, ancora poco indebitate rispetto alla media europea e con un tasso di sofferenza (previsto all'1,8% nel 2008) sostanzialmente costante.
Domanda in calo, virus contagioso. La domanda diminuisce sia nelle grandi città, sia (ecco la novità) in quelle intermedie, in conseguenza dell'aumento nel numero di famiglie proprietarie, ma anche della diminuzione del potere di acquisto immobiliare (in calo del 24% nell'ultimo decennio) e dell'aumento del costo del denaro. E una riduzione della domanda porta con sé, inevitabilmente, un surplus di offerta, con conseguente aumento dei tempi medi di vendita (attorno ai 5 mesi) e dello sconto praticato, che resta tuttavia sostanzialmente stabile al 10-11 per cento.
Locazioni, canoni a crescita zero. Non risulta più roseo il segmento delle locazioni, con una crescita dei valori dei canoni sostanzialmente piatta, che si traduce in un andamento negativo in termini reali e in una riduzione dei rendimenti lordi che interessa tutti i segmenti del mercato, dalle abitazioni agli uffici, dai negozi ai capannoni industriali. Tuttavia, il mercato degli affitti suscita meno preoccupazione negli operatori, per lo più convinti che il 2008 registrerà una tenuta sul fronte locativo e invece pessimisti per quanto riguarda il settore delle compravendite. Quattro intervistati su cinque pensano infatti che, nelle grandi città, il mercato si ridurrà ulteriormente nel corso del 2008, mentre i prezzi dovrebbero mantenersi stabili.