Al primo posto del nostro programma c’è il primato dell’etica nella politica e nell’economia. Noi chiediamo l'adozione di un codice etico per tutti i membri del futuro Governo, con la possibilità di revoca dell’incarico in caso di mancato rispetto del codice. Ma Etica significa anche Bioetica. Il rispetto per la sacralità della vita è la traccia della nostra ispirazione. Noi ribadiamo con forza che gli esseri umani non sono cavie e che si deve dare ai figli genitori veri e conosciuti. E’ necessario ribadire con tutta fermezza che niente e nessuno può autorizzare l’uccisione di un essere umano, feto o embrione che sia, bambino o adulto, vecchio, ammalato incurabile o agonizzante. Nessuno, inoltre, può richiedere questo gesto omicida per se stesso o per un altro affidato alla sua responsabilità, né può acconsentirvi esplicitamente o implicitamente. Nessuna autorità può legittimamente imporlo né permetterlo. Da qui il nostro NO incondizionato all’eutanasia. Infine Etica, come ricerca del bene attraverso l’incontro con le altre culture, significa anche ricerca della Pace. Noi siamo per una cultura della pace intesa come impegno, come assunzione di responsabilità, come esigenza di dialogo, comprensione, scambio. Questo è il senso del nostro essere pacificatori più che pacifisti. La base del nostro vivere comune è la famiglia, e pur capendo la necessità di riconoscere i problemi giuridici e civili di tutti coloro che scelgono di vivere insieme in forme diverse dal matrimonio, riteniamo quest'ultimo il fondamento della famiglia, e riteniamo inaccettabile ogni tentativo di equiparazione alle famiglie delle coppie di fatto. 1. Politiche economiche e fiscali: il QUOZIENTE FAMILIARE E’ necessario che si indichi nella famiglia, e non più nell’individuo, l’unità impositiva Irpef, applicando il sistema del quoziente familiare. In questa direzione, proponiamo: · La deducibilità nella dichiarazione dei redditi, per il salario per l’impiego di una baby sitter; per le spese sostenute per gli asili nido e le scuole materne. Ma ciò si estende anche alle spese per il pagamento di case di cura per anziani, a quelle sostenute per costituire una polizza di assicurazione a favore di un portatore di handicap. Inoltre devono essere estese anche alle spese in tecnologia per i portatori di handicap. · Risorse per la conciliazione dei tempi dei genitori. Il tema della conciliazione dei tempi viene affrontata su due livelli (cfr. anche il programma “Donne di Centro” del coordinamento femminile POPOLARI-UDEUR): quello dei servizi e quello delle risorse economiche. Per queste ultime, noi chiediamo quindi un riconoscimento di una indennità pari a 300 euro mensili per i genitori che riducono l’orario di lavoro a part-time ovvero che lo lasciano temporaneamente fino ai tre anni di età del figlio, finalizzata ad un sostegno familiare per l’educazione oltre il periodo di riconoscimento dell’indennità di maternità facoltativa Questo intervento è cumulabile con l’integrazione della retta all’asilo nido per le donne che riducono il lavoro part-time. · L’istituzione di un Fondo per la non autosufficienza che permetta di innalzare a 1000 euro l’indennità di accompagnamento dai circa 500 euro di oggi. Rispetto ai 4 miliardi di euro necessari oggi per corrispondere l’indennità a circa un milione di persone, si tratta di reperirne altri 5 razionalizzando le risorse in capo alle famiglie ed ai comuni, e gravando in maniera proporzionale al reddito. Si potrebbe prevedere anche una tassa di scopo, dedicata alla non autosufficienza, per eventualmente ampliare la base che deve beneficiare dell’indennità. Tale Fondo garantirebbe, per le persone non autosufficienti, i livelli essenziali, e non avrebbe una funzione sostitutiva delle prestazioni sanitarie. Si potrebbe inoltre studiare un sistema integrativo con la presenza di operatori assicurativi privati, deducibile a livello di nucleo familiare. · Il riconoscimento del “lavoro di cura”, prestato prevalentemente dalle donne nei confronti di persone prive di autonomia, secondo quanto già previsto dalla L.493/99 che afferma (art.6) “Lo Stato riconosce e tutela il lavoro svolto in ambito domestico, affermandone il valore sociale ed economico connesso agli indiscutibili vantaggi che da tale attività trae l’intera collettività”. Tale riconoscimento deve prevedere obbligatoriamente una forma di previdenza, garantendo il diritto alla pensione, per quelle persone, in prevalenza donne, che fungono da strategico ammortizzatore sociale. 2. La casa: elemento di fiducia e di lotta alla precarietà Uno dei fattori critici che limitano la costituzione di nuove famiglie, ritardano il matrimonio ed in sostanza penalizzano l’assunzione di responsabilità familiari e genitoriali dei giovani, è indubbiamente costituito dalla casa. Noi proponiamo l’istituzione di un fondo di garanzia con fondi nazionali, regionali e – dove possibile- comunali (grandi città) finalizzato a garantire l’adempimento della obbligazione della restituzione del capitale mutuato. Ciò permette di contrarre un mutuo a coloro che non sono in grado di offrire sufficienti garanzie reali, e di poter beneficiare di una limitazione dei tassi tale da far configurare la rata del mutuo come il pagamento mensile dell’affitto. Il Fondo prevederà anche dei “Prestiti sull’onore” quali temporanei finanziamenti per esigenze legate alla casa, senza interessi a carico del contraente, da utilizzarsi anche in caso di impossibilità a pagare la rata mensile del mutuo. 3. I servizi reali: dai socio-assitenziali alla promozione dell’associazionismo familiare Nel considerare la famiglia la colonna portante del sistema di welfare riteniamo opportuno che alle prestazioni offerte in ambito socio-sanitario si aggiungano altre forme di servizi la cui organizzazione e gestione sia partecipata il più possibile dalle stesse famiglie, accedendo alle risorse degli Enti locali in materia di servizi alle persone. Tutto ciò per sviluppare le capacità delle famiglie ad assumere efficacemente la pienezza delle proprie funzioni educative e sociali.
INVESTIRE NELLA RISORSA PERSONA La “persona” è la risorsa di base della società in quanto fattore determinante per lo sviluppo e il progresso del Paese. I nostri giovani e gli immigrati di buona volontà rappresentano la vera scommessa dell’Italia: quanto più saremo in grado di garantire loro la migliore istruzione, formazione ed accesso al lavoro, tanto più le imprese saranno in grado di innovare attraverso nuove conoscenze e nuove competenze, tanto più il Paese avrà un futuro di crescita e benessere. SCUOLA, FORMAZIONE E UNIVERSITA' Noi proponiamo: per la scuola pubblica dell’infanzia, assicurare il tempo necessario, un organico funzionale alle esigenze di un servizio formativo di qualità, a cominciare dal numero dei bambini per sezione. Per le fasce successive, tornando ad elevare l'istruzione obbligatoria, ed assicurando un’istruzione post-obbligatoria e post-diploma di qualità. Proponiamo inoltre di sostenere, con adeguate risorse professionali e finanziarie, il tempo pieno nella scuola elementare e il tempo prolungato nella scuola media, i processi di integrazione dell'handicap e dei ragazzi stranieri, le attività di recupero e sostegno, le iniziative volte ad impedire l'evasione e la dispersione scolastica. Inoltre proponiamo di sviluppare un sistema adeguato di borse di studio per tutte le fasce di età; e di promuovere i rapporti tra sistema scolastico e sistema universitario e la collaborazione istituzionale tra Regione, autonomie scolastiche, Enti locali, università e enti di formazione professionale, anche per un efficiente sistema di formazione continua lungo tutto l’arco della vita. Riteniamo inoltre fondamentale garantire la rivalutazione delle retribuzioni dei docenti a livello europeo e la valorizzazione professionale di tutto il personale, nonchè la soluzione dell'annoso problema del precariato. L’IMMIGRAZIONE COME RISORSA E’ diffuso il giudizio sul mercato del lavoro in Italia come in rapida decelerazione e non più in grado di garantire i livelli quantitativi e qualitativi, prerequisiti necessari alla crescita economica. Se il lavoro perde la sua dignità, la sua centralità, la sua stabilità, il declino del Paese sarà inevitabile e la dignità della persona umana mortificata. Prima di ogni azione riteniamo necessario istituire una Commissione parlamentare sul mercato del lavoro per conoscere e monitorare il quadro generale delle numerose variabili in gioco, come, ad esempio, il costo del lavoro, la produttività e, soprattutto, il costo sociale della flessibilità. Ecco perché riteniamo che prima di intervenire sulla Legge Biagi sia necessario acquisire dati e informazioni circa gli esiti della sua applicazione, per poi intervenire in maniera mirata e utile, a prescindere dall’entità delle modifiche da apportare. In questa chiave ci proponiamo tre obiettivi: 1. obiettivo diritti I. Responsabilità sociale imprese. Perseguire un equilibrio fra persona (valutazioni sociali), ambiente (valutazioni di sicurezza) e competitività (valutazioni economiche). Accompagnare il fenomeno della Responsabilità Sociale delle Imprese con una regolamentazione adeguata che incentivi la volontarietà e preveda procedure di valutazione e di verifica. Tali procedure dovrebbero essere realizzate con un equo bilanciamento di:intervento pubblico di regolamentazione, monitoraggio e verifica (Ministero del lavoro o Ente di accreditamento ad hoc); concertazione; opzioni aziendali. 2. obiettivo equilibrio In vista di una maggiore competitività dell’impresa e stabilità del posto di lavoro, si propone di: 3. obiettivo concertazione PREMIARE L’ITALIA CHE PRODUCE Ma innovazione quale strategia per il rilancio del Paese significa anche grande attenzione alla modernizzazione della Pubblica amministrazione con incentivazione ai piani di E-Government per un nuovo patto istituzioni- cittadini – imprese. Non meno rilevante è il tema delle liberalizzazioni nel settore delle public utilities, dove noi chiediamo una reale concorrenza attraverso authorities sempre più autorevoli e la separazione effettiva tra gli operatori del settore e i gestori delle reti, eventualmente anche con il coinvolgimento di un soggetto pubblico, certi come siamo che in un regime regolamentato il servizio è pubblico a prescindere dalla proprietà. In questa chiave una riflessione andrà aperta sulla finalità delle aziende di servizio, profit o no profit, piuttosto che sulla proprietà stessa. Sul piano energetico dobbiamo favorire la promozione delle fonti rinnovabili seguendo Kyoto, ma nel realismo che ci contraddistingue ridurre la dipendenza dal petrolio e dal gas, investendo anche su biocombustibili e carbone “pulito”, in base a specificità locali; inoltre non possiamo rimenare indietro e fuori dal circuito internazionale per la ricerca sul nucleare, dal momento che un paese come il nostro che dipende quasi esclusivamente dall’estero non può permettersi di lasciare nessuna strada chiusa verso l’autonomia di approvvigionamento di energiaLa valorizzazione del territorio è un’occasione di promozione della qualità della vita ed al contempo un’opportunità di crescita economica del nostro Paese. |