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12.11.2010 - IL TEATRINO DELLA POLITICA RIALZA IL SIPARIO |
da "L'inClemente", del 12 novembre 2010, Rubrica del Nazione-Carlino-Giorno |
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I riti della prima Repubblica, tanto esorcizzati per anni, in realtà sono ancora dietro l’angolo e tornano a dominare la scena politica. Segno, forse, che la cosiddetta seconda Repubblica non è mai nata.
E così, in un groviglio di polemiche e di teorie che si pensavano appartenessero solo al passato, tornano di attualità vecchie formule. Si parla di governi di transizione, di appoggio esterno, di verifiche, di possibili rimpasti. Improvvisamente spuntano i fautori delle crisi pilotate, i mediatori, gli esploratori. Il dilemma è tra il tirare a campare di andreottiana memoria e lo staccare la spina. Ma anche qui ci si divide tra i “tifosi” del voto subito e chi spinge invece per una crisi parlamentare dall’esito elettorale affatto scontato, tenendo soprattutto conto delle difficoltà del Paese e dell’incognita Quirinale, cui spetta per Costituzione lo scioglimento delle Camere e che per ora mantiene un giusto e rigoroso silenzio.
Come si vede, il “teatrino” della politica ha riaperto il sipario e la situazione si presenta confusa e ricca di incognite. Ma minimizzare o fare finta di niente non giova né alla maggioranza né alle opposizioni, anche se le possibili soluzioni non sono facilmente individuabili. Occorre, però, non tirare troppo la corda e mostrare quel senso dello Stato che negli anni bui della tanto bistrattata prima Repubblica non è mai venuto meno ai cosiddetti “Vecchi” della politica. Era anzi, pur nella differenza delle posizioni e nel rispetto dei ruoli, il loro naturale collante.
Nessuna nostalgia, nessun ritorno a quegli anni, che pure sono stati importanti per l’Italia, ma una loro rivalutazione sì. L’auspicio oggi è di valutare con attenzione le conseguenze di eventuali decisioni “di pancia”. Abbiamo alle porte alcuni impegni improrogabili che riguardano in particolare l’economia e la situazione dei conti pubblici che vanno messi in sicurezza. La Legge di Stabilità, ossia la vecchia Finanziaria che è una priorità davanti all'Europa, non può trovare il Parlamento latitante, così come l’asta di dicembre per i titoli pubblici necessita di certezze. E non è tutto.
P.S. Mentre scrivo ho ancora sotto gli occhi le immagini dell’alluvione che ha colpito il Veneto. Una regione operosa alla quale va la solidarietà di tutto il Paese, insieme ad aiuti concreti verso una popolazione che chiede solo di essere messa in condizione di riprendere a testa alta il proprio cammino di crescita. E proprio questa calamità dimostra ancora una volta come l’Italia, al di là di naturali divisioni geografiche, debba essere unità: dal Nord al Sud. Quel Sud, spesso dimenticato e a torto deriso, che per i suoi problemi, che non riguardano solo Pompei o i rifiuti, pretende da tutti rispetto e analoga solidarietà.
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