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19.11.2010 - DRAGHI O MONTI PER GESTIRE L'EMERGENZA
da "L'inClemente", del 19 novembre 2010, Rubrica del Nazione-Carlino-Giorno
 
Da anni la politica italiana è buona amica delle nostre vacanze. E’ accaduto in estate con la contrapposizione Berlusconi-Fini e le vicende della casa di Montecarlo; e sarà così anche a Natale quando le Camere faranno conoscere il loro giudizio sul Governo e nello stesso giorno la Corte Costituzionale si pronuncerà sul legittimo impedimento. La data fatidica, da segnare in rosso, è quella del 14 dicembre ma è facile prevedere che, quali che saranno il voto del Parlamento e la sentenza della Consulta, i giorni che seguiranno saranno dominati dalle conseguenze di quelle decisioni sulle sorti del governo e, forse, della legislatura. Con risultati ad oggi affatto scontati e scenari ancora imprevedibili. E’ indubbio che il tempo gioca a favore del governo al quale la decisione di spostare di quattro settimane il dibattito parlamentare concede una boccata di ossigeno che il Cavaliere, che in questo è maestro, saprà far ben fruttare. Del resto, la nuova normativa che fissa in cinque anni il diritto al vitalizio potrebbe convincere qualche deputato o senatore di prima nomina, o alcuni indecisi sulla loro riconferma, a non votare la sfiducia. Nel caso invece di un disco rosso del Parlamento, si aprirebbe uno scenario politico determinato inevitabilmente dalle scelte del Quirinale. E qui il Presidente Napolitano, per evitare il trauma di una nuova fine anticipata della legislatura, potrebbe giocarsi qualche carta in più rispetto alla caduta nel 2008 del governo Prodi quando, fallito il tentativo del mandato esplorativo affidato a Marini, non ebbe altra strada che le elezioni anticipate. Oggi la situazione è diversa e per certi versi più grave. La crisi finanziaria che investe l’Europa, con l’Irlanda e il Portogallo che rischiano di fare la fine della Grecia, potrebbe ripercuotersi pesantemente sulla nostra già precaria situazione economica e allontanare di molto le possibilità di ripresa. Ecco perché, tra i possibili futuri scenari, non è da escludersi, questa volta, anche a rischio di una contrapposizione frontale con la vecchia maggioranza, la nascita di un governo di responsabilità nazionale che tra le sue finalità abbia come compito primario, se non esclusivo, proprio la gestione della crisi economica. In questa ottica la figura più adatta a guidare un esecutivo di emergenza non potrebbe che essere l’attuale governatore di Bankitalia Mario Draghi, già in corsa per la guida della Banca Europea. In alternativa, altra candidatura di altissimo profilo potrebbe essere quella del prof. Mario Monti, una persona stimatissima che per le sue doti di equilibrio potrebbe incontrare il favore di entrambe le coalizioni, mettere in sicurezza i conti pubblici e, se si riuscisse a trovare un accordo che però ritengo difficile, riformare anche l’attuale legge elettorale.

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