|
|
07.02.2011 - "LE RAGIONI DI MASTELLA: IO, ACCUSATO PER L'ATTIVITA' DI UN PARTITO POLITICO" |
di Massimo Martinelli - Il Messaggero del 5/2/2001 |
|
Non poteva fare altrimenti, Clemente Mastella. Anche se nell'immaginario popolare continuano a considerarlo il padrino di Ceppaloni, latifondista di voti più che di terre, ieri si è presentato in un'aula di giustizia, a Napoli, davanti a uno dei novemila giudici che cercò di rappresentare al meglio quando lo mandarono al vertice del Ministero della Giustizia. Per difendersi "nel processo" e non dal processo sulle nomine pilotate all'Arpac, l'agenzia regionale per l'Ambiente. Si è presentato alla sbarra da imputato, e improvvisamente il suo profilo è sembrato quello di un gigante, soprattutto di questi tempi, in cui i palazzi della politica negano sistematicamente la possibilità di processare onorevoli e ministri. Ha letto sedici pagine di autodifesa, pacatamente. E alla fine veniva da chiedersi se non ci sia da interrogarsi anche su processi come questo, oltre che su quelli l vecchietto che ruba una mela e alla zingarella che sfila un petto di polo dal banco del macellaio. Lo accusano per aver trovato l'annotazione di un nome, "Mastella", accanto a quello di una persona da assumere in una lista di seicento persone, tutte rigorosamente raccomandate. Lo accusano anche per essere a capo di un'associazione a delinquere dal '99, quando fondò l'Udeur. E anche di truffa, perché uno degli iscritti al suo partito ha comprato la casa dell'Inail in cui abitava, quando l'Inail decise di vendere il palazzo. Così, ieri mattina, Clemente Mastella ha provato a convincere il GIP Eduardo De Gregorio che accusare un leader politico di essere a capo di un'associazione a delinquere che poi sarebbe il suo partito, potrebbe essere forse un buon esercizio di demagogia. Ma che tuttavia si porterebbe dietro una serie di considerazioni decisamente irricevibili, che non tengono conto della storia giudiziaria e politica di questo Paese. Ad esempio, per restare in tema di processi, che l'imputato Mastella è l'unico segretario politico condannato a risarcire con 150 milioni di vecchie lire un tizio, perché lo fece escludere dalle liste elettorali a causa dei suoi precedenti penali. E per passare all'attività politica - ha osservato Mastella - se davvero si dovesse considerare l'Udeur un sodalizio criminoso, allora qualche procura dovrebbe far luce anche sulle attività del partito, dalle elezioni di due Capi di Stato come Ciampi e Napolitano alla formazione di alcuni governi, come quelli presieduti da D'Alema, da Amato e da Prodi. Si è affrettato a presentarsi, Clemente Mastella, perché dice che proprio oggi compie l'età esatta in cui suo padre e sua nonna entrarono nel tunnel dell'Alzheimer. E vuole lasciare il ricordo di essere credibile, prima che credente. Gli fecero perquisire l'abitazione, qualche anno fa, proprio nel giorno in cui, da ministro, stava pronunciando il discorso annuale sullo stato della Giustizia. E si dimise all'istante, per poi essere prosciolto. E forse un pezzo di credibilità, se l'era già guadagnata allora.
|
.:: Indietro
|
Archivio ::.
|
|
|