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04.10.2006 - Intervento On. Picano ALLA CAMERA DEI DEPUTATI su note di aggiornamento AL DPEF ( 4 ottobre 2006 ) |
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La nota di aggiornamento al DPEF 2007-2011 rivede le posizioni macroeconomiche di crescita, definendo altresì un nuovo quadro programmatico di finanza pubblica per gli anni 2006-2011. Ciò è dovuto, tra l’altro, al fatto che l’economia italiana, dopo il positivo risultato del primo trimestre, ha consolidato la ripresa nel secondo: la crescita congiunturale del PIL è stata pari allo 0,5% (0,7% nel primo trimestre). Quindi un maggior tasso di crescita del PIL reale nell’anno 2006 (per un decimo di punto). Di conseguenza si sono avuti maggiori introiti tributari, correlati alla maggior crescita economica pari a circa 6 miliardi di euro nell’anno in corso, di cui 5 da considerarsi strutturali e 1 derivante da maggiori imposte sostitutive, per loro natura di carattere non permanente. Inoltre hanno pesato la definizione della sentenza IVA, recepita con il decreto legge n. 258 del 2006, che impone la detraibilità integrale dell’IVA sulle autovetture aziendali. L’effetto della sentenza viene indicato in minori entrate di carattere permanente e quantificate, per il solo esercizio 2006, in 3,7 miliardi di euro nonché nei maggiori oneri, interamente imputati al 2006 e calcolati, in termini di competenza economica, in 13,10 miliardi, per il pagamento dei rimborsi dovuti.
Ultimo elemento che ha influito nella variazione è la riclassificazione di cartolarizzazione dei debiti sanitari.
Alla luce degli elementi sopra indicati, per il 2006, l’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche è previsto collocarsi al 4,8% del PIL, il saldo primario a - 0,3% e l’indebitamento netto corretto per il ciclo e per le misure una tantum al 3,5% del prodotto. La nuova previsione di debito del 2006, al netto della sentenza IVA, indica una riduzione dal 107,6% al 106,8% del PIL. Nel 2007, il debito dovrebbe ulteriormente ridursi al 106,1% e la riduzione dovrebbe proseguire anche negli anni successivi fino a raggiungere il 96,7% nell’ultimo anno del periodo di previsione.
Il DPEF per gli anni 2007 – 2011 rappresenta l’impegno da parte del Governo a rilanciare la crescita economica in un contesto di risanamento strutturale delle finanze pubbliche e di perseguimento dell’equità sociale. La manovra che si prospetta per il 2007 reperisce risorse per 2,3 punti del PIL da destinare in parte a riportare il disavanzo sotto il 3% a fine 2007 e in parte a consentire incrementi di spesa pubblica per obiettivi di sviluppo e equità sociale.
La diagnosi sui problemi dell’economia italiana rimane sostanzialmente invariata. Il rilancio della competitività dell’economia italiana richiede un’azione articolata su diversi fronti: maggiore concorrenza sui mercati, specialmente nei servizi, investimenti in formazione, ricerca e sviluppo, infrastrutture materiali e immateriali, semplificazione amministrativa, qualità ed efficienza delle pubbliche amministrazioni, fiscalità, la crescita dimensionale e l’internazionalizzazione delle imprese.
Compito delle manovra è quello di assicurare che le risorse essenziali per tali interventi siano rese disponibili. In questa ottica, il risanamento dei conti pubblici è finalizzato non solo a creare situazioni di stabilità finanziaria, che dia diversi segnali positivi ai mercati internazionali e che crei le necessarie condizioni perché famiglie e imprese siano disposte ad investire nel proprio futuro, ma anche a liberare risorse per sviluppo ed equità.
La manovra presentata dal Governo risponde a tali finalità.
Gli obiettivi posti richiedono estremo rigore ma sono alla portata del Paese. Bisogna fare, però, molta attenzione all’andamento della spesa corrente la cui dinamica è alla base dei problemi che la finanza pubblica ha registrato negli ultimi anni. Tra il 1999, cioè l’anno immediatamente successivo all’ammissione all’euro, ed il 2005, la spesa corrente al netto degli interessi è cresciuta di 2,4 punti all’anno in più del tasso di inflazione.
Politiche per la crescita significano anche affrontare uno dei nodi dell’economia italiana: gli alti costi per unità di prodotto, che sono alti sia perché è bassa la produttività (il denominatore) sia perché è elevato il costo del lavoro a motivo dell’amplissimo cuneo fiscale. Da questo punto di vista si muove nel senso giusto la volontà del Governo di procedere alla riduzione del cuneo fiscale e contributivo.
Per incentivare la crescita è necessario dare il giusto impulso all’aumento della produttività e dell’occupazione: per realizzare ciò è necessario migliorare gli assetti organizzativi, la diffusione di nuove tecnologie. E’ necessario però anche il miglioramento del contesto in cui operano le imprese: sia dal punto di vista delle infrastrutture e dei servizi, che da quello della concorrenza e trasparenza. In questo ambito è opportuno ripartire dal contesto locale: il coinvolgimento dei comuni nella individuazione delle modalità e degli strumenti per favorire la crescita è necessario per dar modo a tutto il Paese di uscire dalla fase di stallo che stiamo vivendo. Infatti solo attraverso l’intervento di coloro che rappresentano le comunità locali si possono realizzare durature ed efficaci politiche di sviluppo economico. Per finanziare gli interventi di sviluppo ed equità da un lato e per risanare i conti pubblici dall’altro il reperimento di risorse necessarie ha tre componenti: la variazione delle aliquote tributaria e contributiva, gli interventi volti ad accrescere dal lato delle entrate l’efficacia dell’amministrazione tributaria anche e soprattutto attraverso una riduzione dei fenomeni di evasione ed elusione, la razionalizzazione e riorganizzazione della macchina statale, del sistema sanitario in particolar modo e degli enti decentrati.
Con la nota presentata il Governo conferma l’obiettivo di indebitamento al 2,8%, livello che consente di rispettare il percorso di risanamento indicato dalla Raccomandazione del Consiglio Ecofin del luglio 2005; l’indebitamento netto, depurato dagli effetti del ciclo e al netto delle misure una tantum, si riduce nel biennio 2006 – 2007 di 1,6 punti percentuali.
L’avanzo primario aumenta progressivamente per raggiungere il 4,8% nel 2011. Il debito in rapporto al PIL è previsto in graduale riduzione arrivando al 97,8% nel 2011.
La manovra di bilancio 2007 – 2009 si realizza attraverso la legge di bilancio, il disegno di legge finanziaria e il provvedimento fiscale, ma anche attraverso i tanti provvedimenti che il Governo sta preparando e che affrontano riforme di grande importanza come il disegno di legge delega per il riordino dei tributi locali, la revisione del Testo Unico degli Enti Locali, il disegno di legge su ulteriori liberalizzazioni, eccetera.
Il Governo, quindi, si sta muovendo nella giusta direzione per riformare il Paese. Serve però molta coesione nella maggioranza per mantenere il patto riformatore fatto con gli elettori.
Ci auguriamo che i partiti della coalizione non vogliano sottrarvisi.
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