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16.06.2006 - Mastella: stop ai “pierini”. Avanti così e l’esecutivo non mangerà il panettone
 
Il ministro: Palazzo Madama? Romano doveva agire in quel modo “Si all’amnistia, con la Cdl”. Le trattative con Ghedini e Pecorella da “Il Corriere della Sera di giovedì 15 giugno 2006 MOSCA - E’ un Clemente Mastella un po’ preoccupato quello che si abbandona sulla poltrona del Falcon 900 dell’Aeronautica militare diretto a Mosca per il G8 dei ministri dell’Interno e della Giustizia. E anche se è assediato da un fastidioso raffreddore, il Guardasigilli ha voglia di sfogarsi perché la situazione che ha visto martedì al Senato lo ha messo in allarme: “Se non recuperavamo un voto eravamo già sotto e, in quel caso, il governo cadeva. Per questo dico che bisogna darsi un metodo, che c’è la necessità che tutti rinuncino a qualcosa per dialogare con l’opposizione. Al Senato la maggioranza è acrobatica e, quindi, saremo costretti a ricorrere alla fiducia. Ma non possiamo mica farlo ogni settimana”. Poi, quando gli comunichiamo la decisione di Prodi di mettere la fiducia sul decreto che “spacchetta” i ministeri, Mastella conclude il suo ragionamento: “Quando si può la fiducia va evitata ma questa volta, con 400 emendamenti, non si poteva fare altrimenti. Forse imiteremo il governo Berlusconi che, pure con una maggioranza ampia, ha abusato di questo strumento”. Così, a diecimila metri di altitudine, il Ministro è un fiume in piena quando parla dei “soloni” e dei “pierini” che nella maggioranza mettono a rischio la compattezza dell’esecutivo: “se non c’è collegialità, questo governo non arriva neanche a mangiare il panettone”, dice riferendosi anche alla polemica che lo contrappone ad Antonio Di Pietro sui temi della giustizia. E’ una questione di metodo: “io non mi occupo di cantieri. E se Prodi stabilisce che sull’ordinamento giudiziario si fa il disegno di legge, e non il decreto, Di Pietro non può sparlare della decisione già presa: e siccome i nostri voti sono determinanti al Senato, con Di Pietro è la prima e l’ultima volta che succede tutto questo. Altrimenti è una Babele”. Al Senato, a proposito di “maggioranza acrobatica”, Mastella ha visto una scena che non gli è piaciuta: “sapete accanto a chi era seduto Pallaro (il senatore eletto all’estero che, in alcuni casi, ha votato con l’opposizione, ndr )? A Dell’Utri e a Scarabosio di Forza Italia che lo marcavano stretto. Io faccio quello che posso ma i nostri non c’erano, non se lo filava nessuno. A questo punto ho detto a Danieli: “sei tu il viceministro per gli eletti all’estero, vedi di fare qualcosa…..” ci vuole vigilanza: “a Pallaro ho scritto un biglietto: “Caro Luigi, tu scherzi ma se continui a fare come ti pare rischi di tornare a casa, in Argentina”. Invece, parlando del senatore dell’Italia dei Valori eletto alla presidenza della Commissione Difesa, al Guardasigilli torna il solito buon umore: “L’unico cuneo che abbiamo visto fin’ora è quello con cui De Gregorio si è insinuato con i voti della Cdl. Ma lui, che mi fa simpatia, sa che se rimane tranquillo può occupare per due anni e mezzo quel posto”. Quando l’oblò del piccolo jet inquadra la periferia di Mosca confida che “il metodo Mastella” è già realtà in via Arenula: “A maggior ragione con l’amnistia che richiede una maggioranza dei due terzi. Io medio, smusso gli spigoli per un confronto costante con l’opposizione e affinché tutti, nella maggioranza, facciano un sacrificio e rinuncino al massimo delle pretese. Bisogna evitare irrigidimenti: stabiliremo, dunque, un tetto per l’amnistia e l’indulto e poi entreremo nel merito dei reati da includere, fermo restando che pedofilia e criminalità organizzata restano fuori”. Di questo il Ministro ha parlato con gli avvocati di Forza Italia e dell’ex premier Ghedini e Pecorella. Agli alleati riferirà mercoledì al tavolo convocato al ministero seguendo alla lettera il “metodo Mastella”. Ma qui a Mosca, dove venne nel 90’ al seguito del Napoli impegnato in una partita (poi persa) contro lo Spartak, Mastella avrà anche un “bilaterale” col General Attorney Usa, Alberto Gonzales: fuori agenda ci sono gli spinosi casi Calipari e Abu Omar il primo banco di prova internazionale.

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