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10.01.2007 - "Legge elettorale, il pluralismo va difeso" |
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Fabris: «L’Unione trovi un’intesa, evitare la consultazione. Le coppie di fatto? Rilievo giuridico diverso dalla famiglia»
di Lea Vendramel
Legge elettorale e coppie di fatto. Due temi che animano il dibattito politico e dividono trasversalmente gli schieramenti. E che, con tutta probabilità, approderanno anche sul tavolo del conclave di Caserta. Così, alla vigilia della due giorni campana, il capogruppo dei Popolari-Udeur alla Camera, Mauro Fabris, puntualizza la posizione del Campanile.
Popolari-Udeur e Lega Nord hanno lanciato il “Comitato per la democrazia parlamentare” contro l’ipotesi di referendum sulla legge elettorale. Cosa pensate di ottenere?
«È un’iniziativa che nasce da un invito che abbiamo ricevuto dalla Lega per fermare il referendum promosso da chi vorrebbe creare in Italia una sorta di bipartitismo, obbligando tutti ad entrare in questo o quel recinto. Ma noi vogliamo evitare che questo accada, preservando il sistema di democrazia parlamentare fondata sul pluralismo, senza obblighi connessi alla ragione di partito».
Ma su cosa si fonda l’intesa con il Carroccio?
«C’è una comunanza di intenti sulla riforma della legge elettorale. E proprio questa comunanza di intenti tra una forza di centro-sinistra e una di centro-destra dimostra che su questo tema si va al di là dell’alleanza di governo. Il nostro primo obiettivo è tutelare il pluralismo, diversamente da quanto sembrano voler fare i promotori del Partito democratico o del Partito delle libertà».
Secondo lei, il Comitato lanciato da Mastella e Maroni riuscirà ad incassare l’appoggio degli altri partiti che si sono schierati contro il referendum? «Senza dubbio. In effetti, abbiamo già registrato reazioni positive. Del resto, non è la prima volta che sigliamo un’intesa trasversale sul sistema elettorale. Già in occasione del referendum promosso da Fini e Segni, che volevano portare in Italia un sistema completamente maggioritario, ci eravamo uniti a Rifondazione comunista, Lega Nord, Ccd e Udc per fermarlo. E il risultato della consultazione ci ha dato ragione, visto che il quorum non è stato raggiunto».
Il Guardasigilli, a margine dell’incontro con Maroni, ha fatto sapere di voler portare la questione sul tavolo del conclave di Caserta. Ma come si potranno conciliare le diverse posizioni emerse tra le file di governo e maggioranza?
«Innanzitutto, voglio precisare che le divergenze non sono emerse a causa nostra. Questa accelerazione sulla legge elettorale si è avuta in seguito all’iniziativa referendaria. Noi siamo stati chiari: è evidente che se non ci sarà prima un accordo interno alla maggioranza, la maggioranza difficilmente sopravvivrà. Va chiesto, quindi, ai promotori del referendum se sono consapevoli del rischio che stanno facendo correre alla maggioranza».
Anche il ministro Chiti è convinto che la questione vada affrontata in Parlamento, «entro l’anno» e con una «larga condivisione tra maggioranza e opposizione», partendo dalla bocciatura della legge attuale. Condivide questa tabella di marcia? «Certamente, le proposte del ministro Chiti sono assolutamente ragionevoli e condivisibili».
Altro nodo, sono le coppie di fatto. Come potrà essere sciolto?
«Il punto fondamentale è riconoscere il diverso rilievo giuridico tra famiglia e coppie di fatto. Solo così si possono trovare intese che rispettino gli impegni presi nel programma dell’Unione, in cui si parla di diritti individuali delle persone che compongono le coppie di fatto. Inoltre, vorrei ricordare che a margine dell’esame della Finanziaria è stato approvato un nostro ordine del giorno che invitava il governo a non entrare nel merito dei Pacs. I ministri Pollastrini e Bindi, quindi, rispettino gli impegni presi e lascino la questione al Parlamento. Se non sarà così, siamo pronti a fermare qualsiasi loro iniziativa in Cdm».
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