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| 17.05.2007 - Conflitto di interessi, primi sì . Strappo di Mastella: mi astengo |
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 Conflitto di interessi, primi sì Strappo di Mastella: mi astengo
"Dopo il voto verifica ". Berlusconi: la legge non passa
SILVIO BUZZANCA
ROMA — «Se approvate questa legge potranno accedere alla politica solo i funzionari di partito, i nullafacenti, i disonesti. Non gli uomini migliori del no-stro contesto sociale e civile». Alle 17,30 nell'aula della Camera il forzista Gabriele Boscetto, in un crescendo carico di tensione cerca di convincere i deputati della maggioranza a lasciar perdere la legge sul conflitto di interessi. A farla cadere nel nulla. Al massimo a rimandarla in commissione. Appello vano. L'Unione respinge senza problemi tutte le pregiudiziali di costituzionalità e la richiesta di rinvio in commissione.
Più o meno alla stessa ora Silvio Berlusconi prende un gelato seduto in un bar di Como e lontano mille miglia dal pathos del suo deputato sentenzia sicuro: «E' una legge assurda e non credo che ci saranno in Parlamento i numeri perché anche a sinistra ci sono tanti galantuomini». Una legge così, assicura il leader di Forza Italia non esiste. Tanto meno negli Usa.
Resta la sicurezza sull'impossibilità che la legge arrivi in porto. Sicurezza che poggia al momento sul "galantuomo" Clemente Mastella. Ieri pomeriggio, mollemente adagiato su un divano del Transatlantico, il leader dell' Udeur ha infatti annunciato che il suo partito si asterrà sul provvedimento.
Alla Camera, come si è visto poco dopo, la pistola è un'arma scarica. Anche quando, come è accaduto sempre ieri, il partito di Mastella vada oltre e voti insieme alla Cdl per il rinvio in commissione. Ma al Senato i vo -ti dell'Udeur sono determinanti e se la legge arriva a Palazzo Madama senza un accordo nell'Unione, la sua vita sarà brevissima. Inoltre il percorso deve tenere conto di chi, Italia dei valori e sinistra, per il momento vota contro la Cdl, ma chiede misure più stringenti.
Quello che dovrebbe preoccupare il Cavaliere è però il legame che Mastella sta cercando di creare fra la legge sul conflitto di interessi e la legge elettorale. Nodi che il ministro della Giustizia propone di sciogliere in un vertice che si dovrebbe tenere ai giugno: "serve una verifica di go-verno" subito dopo le elezioni amministrative, ha tuonato. Proposta bocciata e rispedita al mittente da Piero Fassino.
Nel frattempo Gino Capoto-sti, l'uomo di Mastella nella commissione Affari costituzionali, ammette che il conflitto di interessi va regolamentato. E prende atto che esiste uno scontro feroce fra Unione e Cdl. Ma allo stesso tempo denuncia che esiste una pericolosa convergenza fra i «maggiorenti» delle due coalizioni sulla legge elettorale. Poi propone le modifiche: no alla creazione di una nuova Autorità, revisione del tetto dei 15 milioni di euro e una rivisitazione del blind trust.
Tutte cose di cui si può parlare. Insieme alla legge elettorale. Tanto che dopo la riunione del gruppo dell'Ulivo, il capogruppo Dario Franceschini dice che alla fine si troverà una soluzione condivisa. «Se non trovassimo una posizione condivisa, nessun elettore ci capirebbe. Le posizioni si sono molto avvicinate nel percorso parlamentare. Sono assolutamente ottimista, anzi sono sicuro », dice Franceschini. Per il resto il dibattito si è svolto secondo il canovaccio previsto. Tutti i gruppi dell'Unione,
con i loro mal di pancia, hanno votato contro le richieste dell'opposizione. Fibrillazioni hanno suscitato le dichiarazioni del forzista Donato Bruno che ha definito la proposta sul conflitto «una legge che ha molto dell'eversione e del punitivo. Ed e' anche incostituzionale». Una frase che l'Unione ha respinto al mittente e da cui ha preso le distanze anche l'Udc. La quale, col segretario Cesa, non dice no ad una legge, purché sia «neutrale» e non «contro singole persone»
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