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30.03.2006 - INTERVENTO DEL SEGRETARIO POLITICO DEI POPOLARI-UDEUR, CLEMENTE MASTELLA AL II CONGRESSO DEL PPE |
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Care amiche e cari amici,
vi porto il mio saluto e quello del mio Partito, i POPOLARI UDEUR, unico partito italiano che ha voluto mantenere il richiamo esplicito nel nome al popolarismo, da cui tutti in questa sala traiamo ispirazione per la nostra quotidiana azione politica.
Un’ispirazione comune che però, in Italia, oggi non si traduce in un’unica forza politica, e che ci impone, per cultura ed ispirazione, di fare scelte anche difficili, ma in nome della garanzia democratica e del superamento di un anomalia tutta italiana. Una destra non moderata, largamente antieuropeista e con forti tendenze al peronismo mediatico, ci impone, volendo salvaguardare i valori dei democratici cristiani, ci impone di allearci con i partiti di tradizione socialista, per fare fronte comune e superare la fase di anomalia. Come fece De Gasperi nel 1947 e come oggi, a fronte di una grave crisi economica e sociale, ha fatto la CDU del Cancelliere ANGHELA MERKEL, alleandosi con l’SPD.
Nel realismo della nostra storia e delle nostre scelte, ci ha anche incoraggiato Helmut Kohl, e non solo per i suoi rapporti personali, ma per la sua chiara sintonia con l’attuale linea politica della CDU in Germania.
Per questo l’intuizione degasperiana rimane per noi la guida, l’obiettivo, per la costruzione di un centro culturalmente omogeneo e politicamente non subalterno, che abbia la forza per misurarsi con pari dignità con altre culture ed esperienze politiche popolari.
Il nostro pensiero è quello di Don Luigi Sturzo e dei padri fondatori Adenauer, Schuman, che seppero progettare un’Europa che De Gasperi stesso vedeva come strumento per la “compressione degli egoismi nazionali e liberazione delle energie popolari”.
Ma dalle radici del pensiero cristiano democratico traiamo soprattutto lo spirito del futuro, il saper guardare avanti, senza paure, perchè la nostra storia ci impone di costruire ponti invece che alzare muri, di promuovere e proporre valori e idee, non di difenderle in maniera sterile e ideologica. Questo è il senso del nostro impegno, questa è l’eredità che ci lasciano i nostri padri.
Non mi dilungherò sulla situazione europea, che questo congresso avrà modo di analizzare in modo approfondito, riflettendo sulle prospettive future e assumendo posizioni che saranno sancite dal documento congressuale e dalle risoluzioni che verranno adottate.
Sono convinto che l’Europa, come è sempre avvenuto, saprà sfruttare le attuali difficoltà per trovare un nuovo slancio e andare avanti. Mi voglio soffermare soltanto su alcuni punti: il no ai due referendum riflette un divario sempre più percepibile tra i cittadini europei e le loro istituzioni. Oggi serve un’Europa più vicina ai
cittadini, che tenga conto dei loro problemi e delle loro necessità. E non vi è dubbio che il PPE assumerà un ruolo importante in questo senso, ponendo la persona al centro, per il recupero di una cittadinanza europea attiva.
Mettere al centro la persona, vuol dire anche, e soprattutto, garantirne la stabilità e lo sviluppo armonioso, che può essere trovato soltanto nella famiglia, elemento basilare della nostra società e fulcro per rilanciare un progetto di società incentrato sulla giustizia sociale, sull’equità e sull’interclassismo, concetto troppo spesso dimenticato, ma centrale nel nostro patrimonio culturale.
Pensiamo che, nel rispetto del principio di sussidiarietà, l’Europa, e il PPE debbano promuovere il sostegno di una formazione sociale così importante per la società, promuovendo la quale si potranno invertire anche i trend negativi circa la natalità nel nostro continente, inversione necessaria se si vuole porre davvero l’accento sul futuro.
Voglio concludere citando una straordinaria frase di De Gasperi che rappresenta l’indicazione chiara della rotta che come POPOLARI UDEUR, ma ancor di più come cattolici impegnati in politica, dobbiamo seguire: “Noi non ci lasciamo andare alla deriva perché non rappresentiamo un partito e nemmeno soltanto una nazione, ma siamo una civiltà in marcia e le ragioni della civiltà non tollerano né soste, né abdicazioni”.
Grazie.
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