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24.10.2006 - Fabris: «Chiti perde tempo l'Unione ha altri problemi»
 
NON si appassiona Mauro Fabris, capogruppo dell'Udeur alla Camera, alla proposta del ministro Vannino Chiti di cambiare la legge elettorale prima che lo si faccia con un referendum; «A me non sembra - dice -l'emergenza politica di questo momento, piuttosto comincio ad avere il sospetto di una manovra sotterranea». La congiura dei grandi partiti contro i piccoli? «Prendo atto di un'accelerazione sospetta come avvenne in passato tra Ds, An e Forza Italia. Comunque per quanto ci riguarda la base di partenza di ogni discussione è l'introduzione delle preferenze». È inutile allora che Chiti convochi i capigruppo? «Faccia pure, ma se la discussione deve partire dalla proposta del professor Guzzetti, premio di maggioranza non alla coalizione bensì al partito vincente, secondo me rischiamo di perdere solo tempo». L'Udeur si colloca però tra i paladini del bipolarismo? «Il sistema bipolare è un dato acquisito, ma qui alcuni tentano di introdurre in Italia il bipartitismo». Effetto partito democratico? «Lo facciano pure... Nessuno pensi però di poter imporre il modello elettorale che più gli conviene. Si tratta di una tentazione che tiene banco nel centrosinistra, così come nella Cdl dove c'è chi discute non a caso di partito unico». Accordi trasversali in vista? «Intanto sono esterrefatto che dopo aver perduto mesi a discutere del matrimonio tra Quercia e Margherita, invece di affrontare nodi urgenti, come quello della Finanziaria, si lanci sul tavolo un argomento che francamente non è all'ordine del giorno, a meno che non vogliamo tornarcene tutti a casa». L'approvazione di una nuova legge elettorale impone il ricorso alle urne? «Se il Parlamento cambia le regole di fatto inette in discussione se stesso e la maggioranza decide quindi di auto-affondarsi. Cosa diversa è l'iniziativa referendaria che avrà i suoi tempi e non c'è alcun motivo per rincorrerla». In caso di pressing il suo partito potrebbe sfilarsi dalla coalizione? «Il problema non sono i pochi voti di cui disponiamo al Senato, ma la mancanza di collegialità. Il punto di sintesi raggiunto dall'Unione sul programma è saltato, è evidente che nell'alleanza si scontrano ormai visioni e culture diverse. Non sarebbe il caso di discutere di questo?».È colpa di Prodi se i pezzi non stanno insieme? «Senza di lui andrebbe peggio: il presidente del Consiglio almeno è un leader richiesto e non imposto, figuriamoci se a guidare il governo vi fosse il rappresentante di un solo partito...».

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