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22.09.2006 - Mastella: «Democrazia a rischio, distruggete quelle intercettazioni» |
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di MASSIMO MARTINELLI
ROMA - Clemente Mastella è abituato a farlo da sempre perchè la politica ce l'ha nel sangue: guarda cosa c'è dietro la collina, dove lo sguardo degli altri non arriva. Per capire quale sarà il problema di domani.
Ministro Guardasigilli, qual è il problema di domani, provocato da questa inchiesta sulla Telecom?
«E' sotto gli occhi di tutti, non solo sotto i miei: qui ci sono persone che sono state intercettate per dossieraggio, per fini diversi da quelli istituzionali».
E' cosa nota. E poi?«Significa che da qualche parte ci sono dossier personali illegali e qui si apre un altro capitolo: quel poveretto che è stato intercettato per le ragioni più diverse, sportive, di spettacoli, imprenditoriali, domani si può ritro-vare esposto. Perchè questi fascicoli possono diventare pubblici e le persone spiate illegalmente Questo altera le ragioni della democrazia».
Si potrebbe distruggerli, questi dossier. Che dice?«Non ho la possibilità di decidere queste cose. Credo che i dossier finiranno agli atti dell'inchiesta giudiziaria, che è condotta da magistrati di grande serietà. Certo, la mia posizione è che quei fascicoli vadano distrutti, come avvenne per il caso Sifar. Io non voglio che questo materiale sia diffuso in qualunque modo. Per questo lancio l'allarme e spero che la classe politica si renda conto dell'importanza e della sensatezza dell'allarme che sto lanciando».
In qualche modo i protagonisti di questa vicenda hanno avuto contatti anche con strutture del ministero di Giustizia, nella delicata attività di intercettazione telefonica. Che ne pensa?«Ho letto i giornali e ho dato immediatamente incarico all'Ispettorato del ministero di avviare un'inchiesta amministrativa tesa ad accertare nel massimo rispetto del segreto investigativo, la veridicità della notizia. E anche per individuare eventuali responsabilità disciplinari del personale appartenente al ministero della Giustizia».
Parliamo di giustizia. Ieri lei ha disertato il congresso nazionale forense degli avvocati italiani. Michelina Grillo dell'Oua le ha lanciato frasi di fuoco. Raccoglie?
«lo vado dappertutto, e questo è sotto gli occhi di tutti. Ma se c'è una parte dell'Avvocatura che è in sciopero io non posso partecipare al convegno, per una questione di rispetto delle istituzioni che rappresento».
Scioperano perchè il governo non li ha ascoltati?
«Io ho grande rispetto dell'Avvocatura e i miei collaboratori stanno lavorando per raccogliere le istanze della categoria, con il sottosegretario Scotti in prima linea. Ma ripeto, sono un uomo delle istituzioni e per rispetto devo tenere questo atteggiamento».
La settimana scorsa lei ha delineato le linee guida di quella che potrebbe essere la nuova riforma dell'ordinamento giudiziario. Crede che passerà l’esame del Parlamento? «In Parlamento sarà fondamentale il consenso della maggioranza. Se la maggioranza sarà presente non ci saranno problemi».
Presente fisicamente in aula, intende?«Certo, deve esserci la presenza fisica in aula dei parlamentari della maggioranza per il voto. Anche se spero che il Parlamento non diventi il luogo che stabilisce se un'idea va o non va a seconda di quanto uno è in grado di restare o meno in un'aula».
Sono possibili accordi con l'opposizione?«Ho visto segnali di apprezzamento di Michele Vietti; se i colleghi dell'Udc hanno interesse per la nostra proposta faremo passi avanti assieme».
Forza Italia e Àn li convince?«Non sono in grado di farlo».
E gli avvocati e i magistrati?«Questa è la mia intenzione».
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