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06.09.2006 - Mastella: io rompiscatole? Nel governo sarà tempesta costante
 
Mastella: io rompiscatole? Nel governo sarà tempesta costante «Non smetterò di parlare. Vedo alcuni casi di idiotismo politico. Insisto: è un errore parlare ora di conflitto di interessi» ROMA — Ministro Clemente Mastella, ai suoi alleati non piace la diversità di posizione che lei esprime su temi come conflitto di interessi, pensioni... «Se qualcuno immaginava che io fossi una specie di piccolo sgabello su cui salire per fare cose che non condivido, beh, quel qualcuno ha commesso un grande errore». La accusano di pierinismo o qualcosa di più: il responsabile del ministero dello Sviluppo economico, Pierluigi Bersani. sembra riferirsi anche a lei quando dice «dobbiamo fare una legge sul conflitto di interessi, ce la lascino fare senza rompere le scatole». «Il mio sarebbe pierinismo? Altri allora sono affetti da idiotismo politico». Insomma, non demorde. «Al contrario, insisto. Il conflitto di interessi ora e fuori luogo, è materia istituzionale ed è necessario il confronto con l'opposizione. E a tutti i ragionieri della politica ricordo anche di quali numeri rischiosi disponiamo al Senato. Certo, sarebbe più facile andare alla Pesta dell'Unità a prendere applausi con "abbasso Berlusconi, evviva quella legge". Ma io faccio politica, e so che non ci sono le condizioni per una norma del genere. Se proprio si vuole parlare di ineleggibilità o incompatibilità, allora stabiliamo dei criteri precisi per tutti i rappresentanti che siedono nelle istituzioni: tutti, non solo i parlamentari". Scusi, diceva che, senza il contributo dell'opposizione, a Palazzo Madama ci sarebbe sempre la paralisi? «Dico che bisogna procedere con prudenza e costante dialogo, non si possono mettere le dita negli occhi all'avversario». E agli alleati? Anche sulla questione delle pensioni lei ha schiacciato il freno. «Ho solo fotografato la situazione, ho cercato di anticipare quello che rischierebbe di accadere con i sindacati se si inserisse la previdenza nella Finanziaria. Io sono il medico che ha fatto la diagnosi, non sono la malattia. E poi, l'unico dato da tener presente e la mia lealtà a Prodi». Anche sulla sospensione della riforma dell'ordinamento giudiziario lei avverte che la maggioranza potrebbe perdere. «Per me vanno sospesi i decreti attuativi, ma non si può mica tornare in loto a prima della riforma. Speriamo di avere la maggioranza in Parlamento». Nel governo si parla di tagliare posti nel pubblico impiego. L'Ugl afferma che lei. invece, pensa a diecimila assunzioni. «No, non dico questo. Ma. certo, nel mio ministero sono in difficoltà, non posso ipotizzare tagli». Ci sono altri punti su cui è pronto a dare battaglia? «In questo governo la perturbazione sarà costante. Noi abbiamo fatto un'alleanza elettorale, non politica. I partiti hanno posizioni diverse». Non teme di indebolire l'azione di governo? «Io? Gli altri possono parlare; ma. se parlo io. sono impertinente? Non c'è mica il pifferaio magico qui. E si sbaglia chi crede che, avuta la Giustizia, io smetto di fare politica». Già, qualcuno pensa che la sua tattica le ha fruttato il ministero della Giustizia e che ora sta mirando ad altri obiettivi. «Il mio obiettivo è che il governo vada avanti. Rispetto il programma della coalizione, però non è che tutto vada fatto subito, abbiamo cinque anni di tempo. Ma bisogna stare attenti alla situazione che c'è al Senato: se lasciano fare a me. sarà un "eppur si muove"; altrimenti, "eppur ci si insabbia"». Daria Gorodisky

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