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16.05.2007 - Conflitto d'interessi, è scontro Mastella attacca la Moratti
 
L'Unione: "Pronti a migliorare la legge, indisponibili se la Cdl vuole affossarla" Conflitto d'interessi, è scontro Mastella attacca la Moratti ROMA- Clemente Mastella non vuole il blind trust, non vuole l'ineleggibilità. E neanche il tetto dei 15milioni oltre i quale scattano le incompatibilità previste dalla proposta di legge sul conflitto di interessi. Ma chiede «paletti forti» contro chi usa «ricchezze eccezionali» nelle campagne elettorali. Il ministro della Giustizia si guarda un po' intorno e trova anche un cattivo esempio da non seguire: il sindaco di Milano Letizia Moratti. Il marito, dice il leader dell'U-deur, «beato lui, ha elargito una grossa somma per la campagna elettorale. Bisogna avere una somma uguale per tutti, candidati e partiti e condizionare la campagna elettorale ad un principio di par condicio, che deve essere un criterio stringente». La legge presentata ieri da Violante alla Camera però non va bene. «L'ineleggibilità non sta in piedi, non regge, il blind trust in Italia è una cosa un pò ' assurda rispetto alla nostra procedura politica e istituzionale», dice Mastella. «Mi pare assurdo -continua - che uno che ha 15 milioni di euro non possa candidarsi neppure a sindaco. «Io che sono cattolico -conclude il ministro - non credo che questa visione pauperista agevoli la condizione politica ed industriale del paese». Un rimedio va comunque trovato il Guardasigilli spiega che «è una vicenda che va risolta democraticamente». E per questo l'Udeur ieri ha presentato degli emendamenti al testo illustrato dal relatore. Violante ha parlato in un'aula semivuota e ha illustrato i punti cardini del provvedimento. Poi è iniziato il dibattito con il centrodestra e Forza Italia in particolare impegnata a demolire i venti articoli del disegno di legge. Sono intervenuti anche Sandro Bondi e Fabrizio Cicchitto, segno della grande importanza che i forasti assegnano a questo passaggio parlamentare. La linea scelta è sempre quello della denuncia dell'attacco a Silvio Berlusconi e dell'incostituzionalità del provvedimento. Uno scontro frontale con la maggioranza che porta il deputato Giorgio Jannone a prefigurare le dimissioni in massa dalla carica in caso di approvazione della legge sul conflitto. Tuttavia c'è interesse nel centrodestra per quello detto ieri da Vannino Chiti. «Da parte dell'Unione - ha spiegato il ministro per le Riforme - c'è un'apertura al confronto: non ci troverete sordi rispetto allo sforzo di migliorare una legge importante e complessa. Ma non saremo disponibili se il centrodestra intenderà solo affossarla». Il capogruppo forzista Elio Vito ha raccolto l'invito al dialogo. A patto che si faccia «una legge che non deve contenere alcuna norma punitiva nei confronti del presidente Silvio Berlusconi e di quella parte della società civile che vuole impegnarsi in politica».

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