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04.05.2007 - «LA FAMIGLIA AL CENTRO DELLA POLITICA ITALIANA» |
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LA FAMIGLIA AL CENTRO DELLA POLITICA ITALIANA»
Eugenia Roccella, portavoce Family Day: «Non risponderemo a provocazioni, ma il clima ci turba. Riconosco a Mastella la coerenza»
di Giuseppe Petrocelli
E’ turbata Eugenia Roccella, portavoce del Family Day insieme all’ex leader Cisl Savino Pezzotta, dal clima sempre più arroventato dalle polemiche, non ultima quella sulle affermazioni di un comico, fatte durante il concerto del Primo Maggio, e dalle minacce
rivolte al presidente della Cei Bagnasco. Polemiche e minacce che arrivano a pochi giorni dall’appuntamento di San Giovanni.
Come vi preparate al 12 maggio?
«Ci prepariamo con tranquillità, perché sicuri di poter contare su un popolo - quello che verrà a San Giovanni -, che non risponde a provocazioni. Certo, però, il clima non ci tranquillizza, proprio perché aperto alle provocazioni».
Che significato assume, allora, la manifestazione?
«Il significato è sempre lo stesso: si tratta di un’iniziativa che non mira a dividere, al contrario di come fanno gli incredibili attacchi degli ultimi giorni alla Chiesa da parte dei Radicali».
La Rnp ha, infatti, indetto una contro-iniziativa a Piazza Navona proprio il 12. Si tratta di un atto di orgoglio laico?
«Non è affatto una prova di orgoglio laico. Laicità è anche rispettare e accettare che i cattolici - ma non solo, visto che una larghissima parte del mondo laico condivide i nostri temi, come è accaduto anche a proposito della fecondazione assistita - vadano in piazza per sostenere la famiglia. E poi, la Rosa nel Pugno manifesta contro cosa? Contro la centralità della famiglia nella società italiana? Contro adeguate politiche per la famiglia? Contro chi sostiene che si può essere contro i Dico pur non volendo ledere alcun diritto? La verità è che la contro-manifestazione, oltre che essere insolita, parte da un’idea di fondo. Ovvero che è illegittimo e inammissibile che i cattolici manifestino a favore della famiglia. Quanto a noi, comunque, non c’è nessun problema se organizzano una contro-manifestazione».
Intanto, dei Dico si parla di meno.
«E’ un primo accenno di vittoria. Siamo convinti che si tratti di un provvedimento sbagliato, perché si possono garantire diritti alle persone conviventi attraverso altri strumenti – come per esempio, il diritto privato - che non quello dei riconoscimento pubblico delle coppie di fatto».
Il premier Prodi oggi ha ribadito che gran parte dell’extragettito sarà destinato a famiglie numerose e anziani, mentre il ministro Bindi, presentando il rapporto sullo stato delle famiglie, ha valorizzato il ruolo che esse hanno nella società. Sono messaggi positivi?
«Per ora, registriamo il fatto che, anche attraverso la nostra iniziativa, abbiamo stimolato interesse e attenzione per le politiche sulla famiglia. Le proposte specifiche saranno verificate nelle sedi opportune, come il Forum delle Famiglie, ma più che ai singoli provvedimenti noi puntiamo a mettere la famiglia al centro. Bisogna ridisegnare il Welfare attribuendo alla famiglia il ruolo di soggetto delle politiche pubbliche».
L’Udeur ha presentato qualche giorno fa un ddl quadro sulla famiglia, il cui piatto forte è costituito dall’introduzione del quoziente familiare quanto alle politiche fiscali.
«Mi sembra la strada giusta: concretizza ciò che ho appena detto, è la via che vogliamo intraprendere. Quanto alla questione del quoziente, è vero: l’equità fiscale è uno dei primi problemi»
E’ un segnale positivo che alla vostra iniziativa partecipino anche alcuni ministri, in primis Mastella, e soprattutto l’Udeur che fa parte della maggioranza?
«Ai politici che si apprestano a venire a San Giovanni, noi chiediamo di assumere impegni precisi che partano dal presupposto dell’unicità del soggetto famiglia. Quanto al Guardasigilli, occorre riconoscergli una coerenza. E non ci riferiamo di certo a lui quando auspichiamo che i politici sulla famiglia facciano seguire alle parole i fatti».
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