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01.06.2006 - “Ho firmato per chiudere gli anni di piombo”
 
Mastella: è il tempo della riconciliazione anche in ricordo di martiri come Aldo Moro Da “Il Mattino” di giovedì 1 giugno 2006 Insieme con le centinaia di fascicoli giudiziari, finisce nell’archivio dei casi chiusi anche una poesia di Erri De Luca, “Assottigliati Ovidio, scomunica la fame, raschia il fondo di carne….” Potrà invece combattere la sua battaglia per la vita da uomo libero Ovidio Bompressi, condannato con Adriano Sofri per l’omicidio del commissario Luigi Calabresi. E’ bastata una mezza giornata affinché quel decreto di grazia, bloccato per cinque anni da Roberto Castelli, ottenesse nel giro di cinque ore la firma del presidente della Repubblica e la controfirma del ministro della Giustizia, Clemente Mastella. Un democristiano, che non si professa ex, contribuisce a ridare la libertà all’ex militante di Lotta Continua divenuto in questi anni il simbolo, insieme con Sofri, del pezzo mancante alla definitiva pacificazione con coloro che furono protagonisti degli anni di piombo e nelle Dc vedevano un nemico. “A me, intanto, interessa soprattutto l’aspetto umanitario”, chiarisce Mastella. Una procedura di grazia esaurita nel giro di poche ore: come mai tanta velocità? “Ci si dovrebbe semmai meravigliare del ritardo accumulato in passato rispetto alla richiesta avanzata dal presidente Ciampi. La vicenda di Ovidio Bompressi, come si sa, non nasce oggi e per quanto mi riguarda ho solo attivato una procedura che tutti riconoscono corretta”. Ma che il suo predecessore Roberto Castelli non aveva voluto avviare…. “Si è trattato infatti di una sua responsabilità, forse anche una scelta politica. A me invece è sembrato giusto dare subito il via alla richiesta”. Adesso tocca a Sofri? “Fermiamoci per ora” Ritiene che l’iter sia più complicato perché l’ex leader di Lotta Continua non ha mai voluto chiedere un gesto di clemenza? “Preferisco non aggiungere altro su un eventuale provvedimento. Mi limito solo a constatare che nel caso di Sofri la vicenda è più complessa, mentre rispetto all’intera vicenda va anche considerato il dolore della famiglia Calabresi nei confronti della quale va tutto il mio rispetto”. Un dovere d’ufficio il suo o anche un gesto politico? “Per uno come me, che viene da una cultura politica completamente diversa da coloro all’epoca militavano nell’estrema sinistra, è sicuramente un modo per chiudere definitivamente il capitolo degli anni di piombo nel segno di una riconciliazione, ma anche nel ricordo di tanti martiri dello Stato, a cominciare da Aldo Moro”. Secondo l’ex ministro Castelli, invece, “ingiustizia è fatta”. “Pensi quel che vuole, ma consiglierei al mio predecessore di occuparsi d’altro rispetto ai problemi della giustizia altrimenti rischia che la sua diventi un’ossessione. Anch’io sono stato ministro del Lavoro, ma quando quell’esperienza è terminata ho subito cominciato ad occuparmi di cose diverse. Pertanto consiglio a castelli di fare altrettanto”. Al di là della facile battuta, i detenuti attendono da Clemente un gesto di clemenza: è maturo il tempo dell’amnistia? “E’ inutile gridare al lupo, al lupo……Se dipendesse solo da me sarei pronto, ma voglio ricordare che per varare il provvedimento devono essere d’accordo i due terzi del Parlamento. Da parlamentare ero e sono favorevole, visto che in Italia ci sono sessantunomila detenuti, una situazione che grida vendetta. Come ministro, intanto, lavorerò per umanizzare il più possibile la vita carceraria”. Segnali dall’opposizione? “Sulla procedura seguita per la concessione della grazia a Bompressi ho ricevuto attestati di stima anche da tanti colleghi dell’opposizione, molti di Forza Italia. Speriamo possa essere di buon auspicio per l’avvio di un dialogo”. Per questo avanza la proposta di offrire la presidenza della commissione anti-mafia della Cdl? “Se avvenisse non sarebbe uno scandalo. Credo infatti che l’offerta vada fatta, se poi non l’accettano la maggioranza andrà avanti ugualmente”.

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