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30.05.2006 - “Al bando le invenzioni di Tremonti” |
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Mauro Fabris: occorre ripulire il bilancio dello Stato ripristinando una finanza virtuosa
L’ipotesi di una manovra correttiva, allo stato delle cose, sembra più vicina, anche se il governo
per ora non si espone. E se il centro-destra si ostina a sostenere che dati così negativi sono invenzione del governo per poter mettere la mano nelle tasche degli italiani, il centro-sinistra cerca di avere dati certi sull’entità del buco, e da lì ricostruire. Il lavoro, dopo cinque anni di finanza fuori controllo, è di quelli complicati e dolorosi, anche perché c’è la faccia da salvare con l’Europa che al
passato governo aveva concesso anche una dilazione sul rientro del deficit, fissato per il 2007. Il
capogruppo alla Camera dei Popolari-Udeur, nel dirsi «affatto sorpreso» dai dati relativi ai conti
pubblici, però, sostiene che per dare inizio a un nuovo corso occorre rendere credibile il bilancio
dello Stato, ripulirlo dalla finanza creativa, tanto cara a Tremonti, e da lì, impostare una «finanza
virtuosa». Fabris, il rapporto deficit-Pil è vicino al 5 per cento. Vede la manovra di correzione dei conti pubblici, più vicina? «Il fatto che il parametro in questione non sia al 3,8 per cento come concordato con Bruxelles e come è scritto nella Finanziaria, non ci sorprende affatto. I dati, sono stati pubblicati a più riprese dagli osservatori internazionali già al tempo del varo della scorsa Finanziaria. Quindi, nessuna meraviglia. L’unica meraviglia è la reazione del centrodestra,
che accredita la tesi della manovra correttiva alla volontà del governo di aumentare le tasse
e mettere le mani nelle tasche degli italiani. Anche Tremonti, poi, prima di lasciare il ministero
dell’Economia, paventava la stessa ipotesi». Anche lo stato in cui versano Fs e Anas non è
una novità. E’ d’accordo? «I tagli comminati a Fs e Anas nell’ultima Finanziaria non lasciavano ben sperare e la previsione che all’inizio dell’estate non ci sarebbero stati i soldi neanche per pagare gli stipendi, è un dato di fatto. Ci stupiamo, quindi, che il centro-destra si stupisca, quando ha trasferito al 2006, pagamenti del 2005 per un punto di Pil, che, inevitabilmente, ha portato il tetto della spesa pubblica a sfondare il 110 per cento». Qual è la strada da seguire per invertire la rotta? «Prima cosa occorre ripulire i conti dalla finanza creativa di Tremonti che ha occultato l’innalzamento della spesa. Seconda cosa impostare una finanza virtuosa e cioè predisporre solo spese che hanno una copertura e opere pubbliche con piani finanziari definiti, cosa mai avvenuta con Berlusconi
che ha speso senza selezione e senza provvedere al taglio strutturale delle uscite». Si parla spesso della politica dei due tempi, ovvero risanare e poi rilanciare lo sviluppo. I sindacati sostengono che i due passi vadano fatti insieme per non perdere la crescita in atto.
Che ne pensa? «Il problema dell’Italia è che bisogna agire in fretta per cogliere la ripresa economica in atto, come testimoniano gli ultimi dati su ordini e fatturato dell’industria. Quindi, l’unica cosa da fare è rendere credibile il bilancio dello stato, e ripulirlo dalle invenzioni di Tremonti, che hanno portato il rapporto tra debito e Pil al 110 per cento. E quindi anche confezionare Finanziarie che si basino su entrate certe. Le cinque fatte dal centro-destra erano basate per tre quarti su entrate straordinarie come su indici economici, puntualmente smentiti. Insomma, se il primo passo è risanare, avendo accertato l’entità del buco, di pari passo, occorre, rilanciare lo sviluppo».
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