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25.05.2006 - GIUSTIZIA: In arrivo un decreto legge ad hoc |
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Rinvio di un anno per il progetto - Castelli
Roma. Convincente, abile, genuino, realista. Il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, conquista le toghe. Il feeling esplode al sesto piano della Corte di Cassazione, dove il Guardasigilli è salito ieri pomeriggio per incontrare i vertici dell’Associazione nazionale magistrati. Si sono parlati per più di un’ora, a porte chiuse. E quando sono usciti, erano solo sorrisi distesi, strette di mano, pacche sulle spalle, sospiri di sollievo. Il ministro ha confermato l’intenzione del Governo di presentare al più presto (forse la prossima settimana) un decreto legge per rinviare, di almeno un anno, l’entrata in vigore dell’odiata riforma dell’ordinamento giudiziario; ma non ha nascosto le difficoltà politiche che potrebbero osteggiare il cammino parlamentare del provvedimento, poiché “non ci sono maggioranze straripanti”. Perciò, ha detto, bisognerà muoversi “con i piedi di piombo”, “individuare gli obiettivi”, “smussare”. Ma quel che conta, ha aggiunto, è sapere “che non c’è più un mastino che ringhia contro di voi”.
Convincente, abile, genuino, realista, commenteranno, appunto le toghe, tradendo un entusiasmo che qualcuno ha definito addirittura “infantile”. Ma va bene così: dopo tanti anni di asprezze e di accuse reciproche, c’è anche bisogno di lasciarsi un po’ andare alla fiducia reciproca.
“Un incontro estremamente positivo perché riapre un dialogo interrotto” , dice il presidente dell’Anm, Giuseppe Gennaro, di fronte alle telecamere e ai taccuini dei giornalisti. “Abbiamo chiesto al ministro di essere un costruttore, di togliere tutti i detriti che ingombrano il terreno della giustizia perché serve un’azione di ammodernamento e snellimento”, aggiunge il segretario Nello Rossi. E persino un mastino come Armando Spataro spende giudizi lusinghieri sul neoministro: “E’ stato un incontro molto confortante, che inverte una tendenza e dimostra una volontà molto seria di confronto, anche con l’avvocatura”. Concertazione: è lo slogan scelto da Mastella . “Concertazione triangolare”, ha precisato. Tant’è che, dopo aver fatto visita all’Anm, stamattina andrà nella sede del Consiglio nazionale forense a incontrare gli avvocati. “Certo – spiega il ministro – concertazione non vuol dire condivisione totale. Ma mentre prima c’era una prevenzione ideologica, oggi ci sono presupposti per una discussione franca e serena”. Più che un feeling, è “una luna di miele. Ma – aggiunge con realismo politico – non durerà per sempre”. Poco prima, a porte chiuse, aveva detto: “Io non sono Piero Calamandrei. Non sono un giurista. Ho una laurea in filosofia e sono giornalista. Ma ho una lunga esperienza politica. Perciò vi dico che ognuno di noi dovrà fare un passo in avanti”. Un invito a non alzare barricate. I magistrati non lo lasciano cadere e rassicurano il ministro sulla manifestazione indetta per il 10 giugno in Cassazione, escludendo che avrà il taglio di una manifestazione sindacale. “Siamo veramente contenti e soddisfatti. Abbiamo piena fiducia”, commenta il primo presidente della Cassazione, Nicola Marvulli, che ha accolto Mastella al suo arrivo e poi lo ha accompagnato all’uscita. Contenti e soddisfatti anche perché il ministro ha confermato che è in arrivo un decreto legge per rinviare l’entrata in vigore della riforma - Castelli. Lo slittamento riguarda i tre decreti di attuazione più contestati, che toccano l’assetto delle Procure della Repubblica, il sistema disciplinare dei magistrati e la carriera, introducendo la separazione tra giudici e pubblici ministeri. Il Governo Berlusconi aveva stabilito che entrassero in vigore il 18, il 19 e il 21 giugno e che, da ottobre, ciascun magistrato in servizio dovesse scegliere se fare per il resto della vita il giudice o il Pm. Ora tutto slitta di almeno un anno, a giugno del 2007: il tempo necessario per riscrivere le norme della discordia. Ma il decreto conterrà anche alcune modifiche ai decreti già entrati in vigore (per esempio quelli sui Consigli giudiziari). Per ora non verrà toccata la parte sulla Scuola della magistratura (che secondo la riforma dovrebbe dipendere dalla Cassazione) ma solo perché, pur essendo già in vigore, è in concreto ingestibile e, quindi, destinata a rimanere lettera morta.
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