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17.09.2007 - Mastella: Petruccioli chieda un voto di conferma
 

l'Intervista Mastella: Petruccioli chieda un voto di conferma «Equilibri saltati, non esasperiamo i toni con la Cdl. L'idea di Walter? Roba da azienda privata ROMA — «Nessuno mette in discussione la persona di Claudio Petruccioli e le sue intenzioni. Ma l'attuale presidente della Rai dimentica in virtù di quale metodo è stato eletto: presidente alla minoranza, che allora era il centrosinistra, e consiglio di amministrazione alla maggioranza?». Ministro Mastella, Petruccioli non si dimetterà: assicura di essere «super partes». Nonostante questa assicurazione, lei chiede ancora un nuovo equilibrio politico alla Rai? «Io ripeto che, con questo nuovo assetto che vede tutti i vertici Rai legati al centrosinistra che governa, è saltato un vecchio equilibrio che governava da sempre un'area di unità costituzionale quale è la tv pubblica.

Si è alterato un metodo. Petruccioli dovrebbe prenderne atto». Cosa dovrebbe fare, secondo lei? «Io porrei, da galantuomo, un problema. Mi presenterei in commissione di Vigilanza e direi: signori, voi mi avete votato come presidente di garanzia... Vorrei ricordare che Petruccioli fu ai tempi un elemento di tale garanzia che si disse di lui, nel centrosinistra: è l'amico del giaguaro. Quindi non dovrebbe avere problemi, almeno credo». Il giaguaro sarebbe Berlusconi, allora capo del governo? «Esattamente. Dunque chiederei un nuovo voto qualificato, non a maggioranza: roba da uscire con l'aureola del santo per governare al meglio la Rai nei prossimi sette mesi». Se così non fosse? «Bisogna stare attenti. Non ci possono essere gesti di arroganza da parte di nessuno in un momento in cui bisogna fare barriera contro gli elementi di disagio, di malessere ma anche di qualunquismo e di barbarie che ci sono in giro. E non bisogna esasperare i toni col centrodestra». Quindi condivide ciò che ha scritto sul Corriere della Sera Ernesto Galli della Loggia? «Certamente sì. Anche perché, con tutto il rispetto per il professore, da tempo dico le cose che ha poi scritto lui». In Consiglio è arrivato Fabiano Fabiani che si dichiara indipendente. Il centrodestra lo definisce un prodian-vel-troniano. Lei a chi crede? «Fabiano è un mio buon amico. Ma i "garanti delle garanzie" in circolazione sono pochi. Fabiani non è diventato presidente dell'Acea a Roma grazie a Gianfranco Fini, alla destra...».

Avrebbe preferito che il ministero dell'Economia indicasse, come si diceva mesi fa, un direttore generale del ministero? «Forse la procedura complessiva sarebbe stata più seria. E resto dell'opinione che il ministero dell'Economia avrebbe dovuto indicare un tecnico di conti tv. Non di contenuti». Ora Walter Veltroni parla di amministratore unico. Che ne dice? «Sulla Rai sento ogni giorno qualcosa di più sorprendente. L'amministratore unico non risolve nulla...» Veltroni assicura che così i partiti sparirebbero dalla Rai proprio per la assoluta «tecnicità» del nuovo vertice.

«L'amministratore unico è roba da azienda privata. Se si vuole privatizzare la Rai, lo si dica chiaramente. Perché delle due l'una. Se il problema della Rai è economico, si può risolvere con l'aumento del canone e con altri strumenti. Se è un problema di pluralismo e di democrazia, l'amministratore unico non può essere la soluzione. Chi lo nomina? A chi risponde? Con quale mandato editoriale? Vorrei ricordare anche a chi parla con facilità sulla Rai che se si votasse ora vincerebbe Berlusconi. E un amministratore unico governerebbe la tv pubblica riferendosi inevitabilmente a lui. Io resto un fautore della tv pubblica, governata con metodi trasparenti e da organismi capaci di rappresentare maggioranza e minoranza. Ricordiamo la Rai dei Professori-tecnici: fu la peggiore». Il segretario dell'Udc la sfida: se Mastella è coerente sulla Rai, adesso faccia cadere il governo. Che gli risponde? «Che non sarò ma il killer di Prodi. Ma Cesa aspetti una decina di giorni. Ci sono turbolenze e nervosismi. Le defezioni dal Partito democratico potrebbero essere tante ed eccellenti. Poi il nodo del Welfare... Il governo, chissà, potrebbe anche cadere. Perché la vedo proprio brutta». Paolo Conti


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