Il ministro della Giustizia, Mastella: abbiamo già subito i cinque anni di cura dimagrante di Berlusconi "Basta fantasia, servono soldi ai magistrati manca la benzina" LIANA MILELLA ROMA — «Qua non basta la fantasia al potere, ci vogliono soldi». Il Guardasigilli Clemente Mastella racconta di aver aperto il tribunale di Giugliano mettendosi d'accordo con la Regione Campania e usando un edificio sequestrato alla camorra. Ma sui tagli è restio: «Dopo i cinque anni di cura dimagrante con Berlusconi ci starei attento, altrimenti per la gente non c'è più giustizia». Qualche giorno fa ha risposto «quest'estate mi hanno già tagliato le cime della barca». Ora è più possibilista? «Ai miei direttori ho detto "diamo il buon esempio e partecipiamo al risparmio anche con un euro in meno". La buona volontà c'è tutta, tant'è che oltre 50 milioni di euro in meno per il 2008 cercheremo di garantirli, ma stiamo attenti perché il mio ministero è già stato vittima di un salasso.
Se la sanguisuga dell'Economia mi salassa ulteriormente la Giustizia resta un organismo privo di sangue. Francamente non posso permetterlo». È un cattivo segnale annunciare tagli mentre si parla di sicurezza? «Devo evitare "inconvenienti" come quelli che mi hanno segnalato i magistrati di Reggio, quelli che indagano sulla strage di Duisburg, che non hanno benzina per le auto. Intendiamoci: le auto blu sono state ridotte, l'anno scorso del 27% e quest'anno contiamo di arrivare al 30. Ma sforbiciare a via Arenula diventa una prassi aritmetica piuttosto difficile». Si dice così, ma a guardar bene si può sempre tirar via. «Non per risorse che sotto Berlusconi all'insegna del "tanto la giustizia non funziona lo stesso", sono state ridotte del 53 per cento. Io non so più come andare avanti. Siamo indebitati fino al collo per la legge Pinto (risarcisce le vittime dei processi lenti, ndr.) e per adeguare carceri e tribunali alle norme antincendio servono 600 milioni di euro. Non navigo nell'oro, altro che libretto...rosso di Mao che parla di un aumento di spese del 190%, ma dal '90. E che c'entro io se alla Giustizia ci sto da un anno?». Nel fabbisogno 2008, i 250-300 milioni stimati a che servono? «Per iniziative fondamentali come la revisione del casellario e l'avvio del processo civile telematico. Un casellario efficiente fa trovare subito i dati di chi delinque. È una garanzia di sicurezza. Un processo civile rapido fa tornare in Italia gli investitori stranieri che hanno paura della giustizia lenta. Poi ci vogliono nuove carceri».
Ha fatto l'indulto per smaltire il sovraffollamento e ora, come il leghista Castelli, chiede nuovi penitenziari? «Che c'entra l'indulto? Mica se ne può fare uno ogni tre anni. In questi mesi ho messo alcune "prime pietre", come a Trento, Macon non basta. Anche per rispondere a chi, da sinistra, chiede celle più vivibili. E per dare un segno visibile di sicurezza alla gente». Dove pensa di risparmiare? «Razionalizzando il meccanismo delle intercettazioni. Se il Senato approva il mio ddl, il sistema dovrà essere centralizzato per mettere fine alle diverse tariffe tra una procura e l'altra. Se il Parlamento ci dà una mano e vara l'accelerazione del processo possiamo risparmiare 1' 1,5% del Pil». E tagliare i piccoli tribunali come dice il libro verde del Tesoro? «Tra i primi atti da ministro proposi di eliminarne 38. Si scatenò il finimondo. Sono stato impiccato nelle cronache locali di centro, destra o sinistra. Non facevo che ricevere amministratori locali. La mia idea adesso è di non chiuderli, ma chiedere ai Comuni di partecipare al mantenimento».
Gli aumenti di stipendio alle toghe? «Riguarda solo una parte e non mi pare una cifra così considerevole. I magistrati vanno tenuti al di fuori di qualunque tentazione. Poi, certo, ci vuole produttività. Per questo il 17 vado al Csm a discutere di efficienza e ordinamento giudiziario». Viaggiando in Italia si è imbattuto in sprechi evitabili? «Vedo benzina che non arriva e auto del 1890... sì auto da museo».
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