Giuseppe Petrocelli Padoa Schioppa: «Ridurremo l’Ici» Il ministro: «Parlo dal centro». Il leader dell’Udeur: «Ti sono vicino» Il ministro dell’economia alla tavola rotonda sul Dpef organizzata dai gruppi parlamentari del Campanile: «Ci muoveremo sulle linee indicate dal Parlamento» Il ministro: «Parlo dal centro». Il leader dell’Udeur: «Ti sono vicino» Il ministro dell’economia alla tavola rotonda sul Dpef organizzata dai gruppi parlamentari del Campanile: «Ci muoveremo sulle linee indicate dal Parlamento» ROMA- Il Dpef di Padoa-Schioppa riscuote un giudizio sostanzialmente positivo. Dall’Udeur, che ha organizzato ieri la tavola rotonda a Palazzo Marini con il titolare di via XX Settembre dal titolo «Dpef: risanare i conti pubblici per sostenere famiglie e imprese», cui ha partecipato anche il Guardasigilli e segretario del partito Clemente Mastella. Ma anche dalle categorie economiche, sebbene queste richiedano al governo uno sforzo maggiore sul terreno delle riforme fiscali ed istituzionali.
Il Campanile ha sottolineato la validità della filosofia su cui il ministro dell’Economia ha impostato il documento: crescita sostenibile, equità sociale, risanamento finanziario. Ma ha soprattutto messo in evidenza i punti programmatici inseriti, su proposta del partito, nel testo in esame in Parlamento: la famiglia, le imprese, i giovani, il Sud, la giustizia. «Noi difendiamo il Dpef perché è stato redatto anche grazie al nostro contributo» ha detto il capogruppo Udeur alla Camera Mauro Fabris. Che ha aggiunto: «Fatta salva l’opera di risanamento, c’è bisogno di fare scelte politiche per coagulare consenso. Anche perché senza consenso non si possono fare le riforme». Per il presidente dei senatori udeurrini Tommaso Barbato «con la manovra dello scorso anno il governo ha ripreso l’opera di risanamento dei conti pubblici e posto le basi per il rilancio economico del Paese». Ora, «finita la fase dell’emergenza, sia data piena attuazione alle politiche per la famiglia e agli interventi di riduzione dell’Ici e a sostegno dei redditi dei cittadini previsti dal Dpef». «Occorre», ha continuato il presidente della commissione Agricoltura del Senato Nuccio Cusumano, «ridurre la pressione fiscale e la spesa pubblica, destinare il tesoretto al risanamento e ad obiettivi mirati, come ad esempio la competitività e lo sviluppo per il Sud».
Francesco Borgomeo, responsabile per il Programma dell’Udeur, ha spiegato, invece, come sia importante che il documento sia impostato secondo principi di «confronto e responsabilità», dopo anni di programmazione economico-finanziaria superficiale e unilaterale. Paolo Del Mese, forse per via della funzione che svolge, quella cioè di presidente della commissione Finanze di Montecitorio, muove degli appunti al Dpef di Padoa-Schioppa, tra gli altri, sui riflessi del documento sull’attività degli enti locali e sugli studi di settore, attirandosi così la replica – di rassicurazione - del ministro. Che, tra l’altro, quanto all’imposta sugli immobili, cavallo di battaglia del Campanile, ha chiarito che gli sgravi sono all'ordine del giorno nell’agenda del governo: «C’è una presa di posizione parlamentare condivisa dal governo e recepita nel Dpef».
Meno tenere con il governo, invece, sono state le associazioni di categoria, intervenute nel corso del dibattito, che esprimono preoccupazione sulla capacità dell’esecutivo di ridurre la pressione fiscale e la spesa pubblica e che si attendono una stagione di riforme «strutturali», come «la semplificazione amministrativa» e il federalismo fiscale, e di «vere» liberalizzazioni, come quelle su energia, banche e servizi pubblici locali, misure in grado di far crescere il Paese. Il direttore generale di Confindustria Maurizio Beretta non vede di buon occhio l’intenzione dell’Unione di far partire la fase della redistribuzione e chiede alla maggioranza «l’impegno esplicito che non ci saranno manovre correttive con aumento della pressione fiscale e questo principio deve valere anche a livello di enti locali». D’accordo Tullio Uez, vicepresidente di Confartigianato, che nota come il Dpef sia «troppo legato alle virtù dello “spendere meglio” che nella Pa non è pratica diffusa».
E sulla stessa onda Costante Persiani, vicepresidente della Confcommercio, il quale si augura solo che «la Finanziaria ribadisca le linee del Dpef». (18-07-2007)
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