Il guardasigilli nega "patti" con l'opposizione per limitare l'uso delle intercettazioni Il gip Forleo ha consegnato al presidente del Tribunale la relazione sulla fuga di notizie Intercettazioni, Mastella assicura "Nessuna vendetta sui magistrati" Di Pietro: sto in guardia, pronto a uscire dal governo. An e Udc chiedono misure per bloccare l'uso dei verbali. Fi: "Su Unipol i Ds non hanno fatto solo il tifo" di SILVIO BUZZANCA L´Anm è preoccupata per i ritardi sulla riforma dell´ordinamento giudiziario ROMA - "Nessuno pensi di mettere sotto schiaffo i magistrati". Clemente Mastella nega che siano in corso trattative sottobanco per "sterilizzare" il ruolo della magistratura.
"Non c'è nessuna idea e nessuna logica punitiva nei confronti della magistratura, come non accetto - spiega il ministro della Giustizia - l'idea di una logica punitiva nei confronti della politica in generale". Secondo il Guardasigilli la vicenda delle intercettazioni dimostra che "c'è un corto circuito". Questo, prosegue Mastella, non vuol dire però "che a pagare le conseguenze debbano essere i magistrati o i giornalisti: quando avvengono alcune cose, non è che si possa offendere una categoria o un ordine. E' come per la politica: ci possono essere politici che sbagliano, ma non è che la politica sbaglia complessivamente". Il ministro ripete ancora una volta che al Senato la priorità è l'approvazione della legge sull'ordinamento giudiziario. Bisognerà arrivare al voto prima del 31 luglio. Altrimenti, dice Mastella, sarò mio malgrado costretto a porre la fiducia. La legge sulle intercettazioni, secondo il ministro, può andare avanti. Ma usando i ritagli di tempo. La smentita di Mastella sulla "sterilizzazione" però non convince il collega ministro Antonio Di Pietro che teme un "inciucio" fra spezzoni della maggioranza e dell'opposizione, per "imbavagliare i magistrati. Al punto di minacciare l'abbandono del governo.
"Noi dell'Italia dei Valori ci opporremo e non staremo un minuto di più né al governo né con una maggioranza che ritenesse di frenare il lavoro dei magistrati e imbavagliare quello dei giornalisti" dice Di Pietro. Contro l'idea di mettere sotto tutela magistrati e giornalisti si schiera anche Carlo Leoni di Sinistra Democratica. E l'ulivista Franco Monaco invita l'Unione a "non seguire lo spirito revanscista di Berlusconi verso magistratura e stampa: con l'acqua sporca non si getti il bambino". Ma Udc e An chiedono misure per bloccare l'uso dei verbali. E Forza Italia insiste nella tesi che i Ds sono andati oltre il semplice tifo per la scalata di Unipol. Emma Bonino invece dice: "Quello che meno mi convince sulla pubblicazione dei verbali è la teoria del complotto. I tempi procedurali sono quelli previsti dalla legge". Il ministro radicale conclude che è meglio pubblicare tutto. L'unico che non sembra turbato dalla questione è Savino Pezzotta.
"Non capisco perché le intercettazioni emerse dalle indagini di Milano abbiano così scandalizzato, sono anni che succedono queste cose" dice l'ex segretario della Cisl. I magistrati milanesi, nel frattempo, stanno preparando il dossier, richiesto da Mastella, su come hanno gestito l'accesso degli avvocati alle intercettazioni. Il presidente del Tribunale Livia Pomodoro ha già in mano la relazione del gip Clementina Forleo su ciò che è accaduto nella stanza numero 9 dove era possibile visionare le trascrizioni delle intercettazioni. Le spiegazioni della Forleo, con altri atti, finiranno nel dossier che il presidente della Corte d'Appello Giuseppe Grechi invierà al Guardasigilli. (19 giugno 2007)
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