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12.05.2006 - UNIONE, SI RIPARTE: VIA AL TOTO-MINISTRI
 
Dopo il Quirinale, il nodo dell’esecutivo. Prodi fiducioso: governo verso il 23 maggio. Oggi la segreteria dei Ds di Manuela D’Argenio da “Il Campanile” di venerdì 12 maggio 2006 Chiuso un capitolo, se ne apre un altro. Risolta la partita per il Quirinale che ha trovato l’Unione compatta sulla nomina di Giorgio Napolitano, si inaugurano i giochi più intricati per il toto-ministri. Un nodo, sul quale il centrosinistra ha cominciato a confrontarsi immediatamente, con una serie di incontri privati a Santi Apostoli tra Prodi e gli esponenti della coalizione. L’obiettivo prioritario, è quello di non disperdere la compattezza ritrovata per l’elezione del Capo dello Stato. Solo che, stavolta, la partita è più complessa. Gioco forza, è la condizione della Quercia, sia per le beghe intestine tra Fassino e D’Alema, sia per il rapporto con l’Unione alla luce del doppio passo indietro del lìder Maximo. Insomma, che fare? Di certo, come va dicendo da giorni Romano Prodi, «D’Alema avrà un posto nel governo»; così come lo avrà l’altro escluso dalla corsa al Quirinale, Giuliano Amato. Resta “solo”da stabilire quale. E qui il gioco si fa duro. Gli inceppi più impervi ruotano intorno alla casella del vice premier. Anzitutto per la quantità. E cioè stabilire se a supportare il Professore ci saranno uno e due nomi. In pole position restano Francesco Rutelli e Piero Fassino (o un altro esponente della Quercia se non si risolve il conflitto sulla guida del Botteghino). Ma la Margherita, ha già reso noto che non intende rinunciare alla poltrona di vice premier destinata al suo presidente, con delega alla Cultura e al Turismo. Quanto al segretario dei Ds, poi, la vicenda è un po’ più complessa. Dopo un lungo faccia a faccia con Massimo D’Alema, sembra concretizzarsi anche l’ipotesi di non entrare a far parte dell’esecutivo e concentrarsi sul Botteghino, prima, e sulla costruzione del partito democratico poi. Ma in ogni caso, «il fatto che Napolitano sia stato eletto – sbotta Fassino da Repubblica radio - non significa che i Ds debbano rinunciare a posti nel governo». Anche se tra i Dl c’è chi è pronto a scommettere su una soluzione di mediazione: tipo sei ministeri per i Dl e otto e i Ds. Dubbi che verranno sciolti oggi stesso, dopo la segreteria della Quercia convocata proprio per risolvere il puzzle ministri. Certo, presidente e segretario nell’esecutivo – questo è il ragionamento dei dalemiani – sarebbe un rischio per la vita stessa del partito. Come a dire: o fuori dal Botteghino, o fuori dal governo. E poi, è chiaro che a D’Alema, “spetterebbe” una poltrona di riguardo nell’esecutivo. «Nessun secondo posto», in sintesi, come annunciato qualche tempo fa dallo stesso lìder. Ma in ogni caso, spiega Fassino, «stiamo valutando serenamente il mio ingresso nel governo e valuteremo con Prodi, D’Alema e Rutelli il modo in cui è più utile dislocare le energie». Scenario complesso. Rispetto al quale Prodi sdrammatizza: «Sono tensioni destinate a risolversi – spiega mentre è all’opera nel suo ufficio – e tra martedì e mercoledì sera della prossima settimana (23 o 24 maggio, ndr) avremo il governo». Anche perché prima bisogna rispettare i tempi istituzionali, con le dimissioni di Ciampi e il giuramento di Napolitano lunedì 15. E intanto, continuano le frenetiche trattative in una serie di incontri a tappeto. Il primo di ieri, è stato Franco Giordano, perché per Rifondazione in ballo c’è un ministero ad hoc dei beni comuni, e forse uno per il welfare. Ma sull’incontro, poche parole: «Stiamo lavorando alla squadra –dichiara laconico il leader del Prc – siamo a buon punto». Altro capitolo è quello della presenza di Giuliano Amato. I Ds lo vorrebbero nel governo ma non nella loro quota, poiché temono un ulteriore restringimento degli spazi della Quercia. Un posto che molti vedrebbero per il dottor Sottile sarebbe quello del Viminale, dopo il suo rifiuto al dicastero della Giustizia. Oltre a ciò restano ancora chiudere alcune caselle. La Difesa, protende sempre più verso Mastella, ma resta la nomination della Bonino; poi in bilico c’è la Giustizia, anche se agli Interni andasse Amato, il Guardasigilli potrebbe essere Parisi. Congetture, stroncate in pieno da Di Pietro: «La squadra – spiega dopo l’incontro con Prodi - differirà in modo palese dai gossip giornalistici». Quindi, meglio aspettare.

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