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10.05.2006 - «SÌ A NAPOLITANO O SAREBBE UN SUICIDIO»
 
Quirinale, l’Unione compatta sul senatore a vita. Mastella: «Occorre una prova di autosufficienza» di Manuela D’Argenio da “Il campanile” di mercoledì 10 maggio 2006 Bianche le schede dell’Unione, bianche quelle della Casa delle libertà, bianca la fumata che tutti si aspettano per decretare il nuovo del Capo dello Stato. Un diluvio di un unico colore domina la scena di Montecitorio, senza spostare di una virgola gli assetti già annunciati. La seconda giornata di voto, dunque, non decreta il nuovo Capo dello Stato e conferma le posizioni note: centrodestra versus centrosinistra, fino all’ultima preferenza. E cioè fino a quando, stamani, il Parlamento si riunirà in seduta comune per l’ultima volta, ed eleggerà il Capo dello Stato senza dover contare sull’appoggio di entrambi gli emicicli. Articolo 83 della Costituzione docet: «L’elezione del Presidente della Repubblica (recita il terzo comma, ndr) ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza di due terzi dell’assemblea. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta». E cioè, 505 preferenze, sulle quali l’Unione può contare a prescindere dalle scelte della Cdl. Insomma, fallito il metodo Ciampi per il sabotaggio dell’opposizione, non resta che rispettare la legge, e sostenere il proprio candidato. Tutto qua. Eppure, il nome di Giorgio Napolitano continua a non catturare i favori dell’opposizione. Silvio Berlusconi segue, o utilizza, il niet del Carroccio per continuare ad ostacolare l’elezione del senatore a vita. Ma, dal canto suo, l’Unione non cambia nome: si riunisce in vertici prima separati (tra Fassino, Prodi e D’Alema), poi incrociati tra tutti i leader della coalizione per trovare una quadra. Che resta la stessa della scorsa domenica: «Al momento – spiega il premier in pectore in Transatlantico - non c’è nessuna trattativa: abbiamo deciso all’unanimità di proporre ai grandi elettori, il nome di Napolitano». Una scelta «rapida», anche se, aggiunge il Professore, «mi auguro che ci sia il consenso più largo possibile». Ma se l’intesa non dovesse trovarsi, nessun dubbio: «Domani (oggi, ndr) ci sarà si pieno a Giorgio». Comunque sia, prima della “forzatura” finale, si accoda Fassino, «proporremo all’assemblea dei grandi elettori di votare scheda bianca alla terza votazione e Giorgio Napolitano alla quarta. E mi auguro che la Cdl possa decidere domani di votarlo con noi». Anche perché aggiunge il “grande rinunciatario” Massimo D’Alema, «abbiamo proposto una personalità di alto profilo istituzionale raccogliendo l’indisponibilità da parte del centrodestra, intendiamo essere coerenti con questa scelta, per cui facciamo un appello alle forze della Cdl perché votino Giorgio Napolitano». Dunque, l’Unione è compatta e si augura, concorda pure Francesco Rutelli, «che elettori anche della minoranza accolgano la proposta di una personalità così elevata dal punto di vista morale, istituzionale e della capacità di rappresentare l’unità del Paese». E il diretto interessato, di rimando: «Sono soddisfatto per tutti i segni di apprezzamento alla mia candidatura comunque, poi, vedremo. Ma apprezzo - spiega il senatore a vita - anche chi con argomenti politici, annunciando di non poterla votare, esprime un riconoscimento del profilo istituzionale della mia candidatura». Una nomination, commenta il neo segretario del Prc, Franco Giordano, sulla quale «sarebbe bene un allargamento del consenso, ma se ciò non dovesse avvenire dal quarto scrutinio, come recita la Costituzione, andremo avanti a maggioranza ». A conti fatti oggi Giorgio Napolitano dovrebbe raggiungere il quorum necessario per essere eletto presidente della Repubblica, salvo kamikaze inaspettati nell’Unione. Parola di Clemente Mastella, che non ha dubbi: «Domani (oggi, ndr) al cento per cento sarà fumata bianca sia per il profilo della personalità di Giorgio Napolitano sia per il senso di sacrifico mostrato da altri esponenti della coalizione». Anche perché, avverte il leader dei Popolari-Udeur, «se il centrosinistra non vuole suicidarsi deve dimostrare domani che non solo é autosufficiente, ma anche che riesce a recuperare qualche consenso dall’opposizione».

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