"Gran parte del nostro destino, oggi è sempre più chiaro, che è riscontrabile nel nostro genoma e viene letto tranquillamente da noi genetisti. Questo fattore genera, ovviamente, un giro economico eccezionale intorno alla ricerca di sempre nuove scoperte. Stiamo studiando la possibilità di creare una sorta di carta d'identità genetica, in quanto conosciamo oltre due mila geni. Noi pensiamo che queste scoperte possano farci vivere meglio, però il nostro paese non deve rimanere indietro nella ricerca in rapporto ad altre realtà europee che, oramai da decenni, ci stanno distanziando.
Tra cinque anni, potremo avere questa sorta di carta d'identità genetica, ma per far questo la politica dev'essere capace di guardare avanti cercando di anticipare quelle che potrebbero essere le conseguenze dello sviluppo della ricerca. Quando, noi genetisti, diciamo che la diagnosi pre impianto non è il sistema per risolvere le malattie genetiche. Ci sentiamo come alcuni nostri antenati che si muovevano in ambiti poco conosciuti e che venivano etichettati come dei "pensatori". Riassumendo posso affermare che la genetica, già come ci suggerisce il nome stesso, rappresenta un settore che va tutelato quando va a salvaguardare la vita umana. Non si devono creare delle false illusioni nel pubblico. Certo è vero il fatto che negli ultimi cinquant'anni la vita umana si è allungata di almeno 25 anni senza aver toccato minimanente i geni, ma soltanto migliorando l'alimentazione.
Quindi di sicuro c'è molto da migliorare e da scoprire nel nostro settore con un occhio di riguardo al dialogo con la parte politica che deve creare le regole affinché il nostro agire sia indirizzato verso il bene".
|