Home page
News
Appuntamenti
Comunicati Stampa
Mercoledì, 27 Novembre 2024 CERCA   CONTATTI

 
Statuto
Segretario politico
Modulistica
Trasparenza
 
Bioetica : Comunicati Stampa Invia news  |  Scarica PDF
24.10.2007 - On. Ciaraldi: "Cure Palliative si, testamento biologico no"
 

"Siamo favorevoli alla proposta del SICP (Società italiana cure palliative) per la previsione legislativa di nuove forme di cure palliative. Ma ci sono dei distinguo fondamentali – spiega l'On. Wanda Ciaraldi responsabile nazionale del dipartimento di Bioetica dei Popolari-Udeur – da metter in evidenza. Le cure palliative, di qualsiasi tipo, servono ad alleviare le sofferenze del malato che si trova in stato terminale, ma ciò non deve, in nessun modo, dare adito ad altre interpretazioni legislative che s'avvicinino a forme eutanasiche ed alla legittimazione del testamento biologico con l'istituzione della figura del fiduciario.

A nostro avviso nessuna persona può decidere arbitrariamente della vita di un altro essere umano, anche se quest'ultimo, in precedenza, gli avesse affidato tale compito. Ciò in quanto lo stesso malato può attraversare diversi stadi evolutivi della propria malattia e possono mutare le sue convinzioni e decisioni nel corso del tempo ed in relazione alle sue diverse condizioni psico-fisiche e proprio per questo va rivalutato e non ridimensionato il rapporto fiduciario tra medico e paziente. E' giusto alleviare ogni forma di sofferenza per il malato e garantire anche il necessario sostegno psicologico anche ai familiari costretti quotidianamente a vivere in uno stato di disagio.

Il rapporto medico paziente deve restare prioritario e il medico non può e non deve trasformarsi in un semplice esecutore, ma deve rappresentare la figura guida in questo difficile percorso del malato. Pertanto non si ravvede la necessità di ricorrere al testamento biologico neanche mascherandolo come rifiuto all'accanimento terapeutico che già è vietato e rientra nell'etica della professione medica che garantisce la libertà del paziente e la responsabilità del medico. I confini dell'accanimento terapeutico, che in ogni caso deve essere evitato, possono essere valutati correttamente soltanto dal medico che ha in cura il paziente o da un eventuale comitato di bioetica e certamente non vanno lasciati all'autodeterminazione ed alla volontà del paziente che potrebbe essere diversa a seconda della situazione e della realtà del momento".

"Ribadendo che il compito delle istituzioni è quello di adoperarsi – precisa l'On Wanda Ciaraldi – per difendere e tutelare la vita dei cittadini in tutte le sue fasi e per migliorare le condizioni dell'assistenza, con particolare riguardo agli aspetti sanitari".


.:: Indietro  |  Archivio ::.
 
Iniziative editoriali | News | Appuntamenti | Comunicati stampa | Contatti | Credits