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20.11.2007 - Del Mese: «Camera, pericolo ingorgo Inserire in Finanziaria la previdenza» |
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da "Il Mattino" 20.11.2007
«Governo e maggioranza dovrebbero cogliere al volo l'occasione che arriva dall'evoluzione della situazione nel centrodestra». È questa l'opinione di Paolo Del Mese (Udeur), presidente della commissione Finanze di Montecitorio, in vista del seguito dell'iter della manovra finanziaria.
Si riferisce a un soccorso, magari a veri e propri accordi con forze del centrodestra poco propense al nuovo progetto di Berlusconi?
«Più che di un soccorso, parlerei di un confronto sereno, un minore irrigidimento su alcuni punti della manovra. Guardando oltre».
Ovvero alla legge elettorale?
«Si può iniziare un percorso che parta dalla manovra finanziaria per arrivare a riforme istituzionali e costituzionali».
Il governo, nonostante alla Camera abbia numeri molto più favorevoli rispetto a quelli del Senato, ha annunciato la fiducia sul decreto fiscale. Ha ragione l'opposizione quando sostiene che si tratta di una fiducia per problemi interni alla maggioranza?
«In linea teorica il passaggio alla Camera dovrebbe essere più semplice, ma evidentemente non è così. Il numero di emendamenti era eccessivo e non si può rischiare di sforare sui tempi. Certamente anche una parte della maggioranza non ha aiutato insistendo su alcune modifiche, come quella sugli incapienti. Tutti vorrebbero raddoppiare gli aiuti, ma occorre fare i conti con le risorse a disposizione».
Altra mina: il protocollo sul welfare. Tra le ipotesi c'è quella di stralciare la parte sullo scalone e inserirlo come emendamento alla Finanziaria. La ritiene percorribile?
«Se non si trova un accordo sui lavori usuranti, non vedo altre strade. Bisogna avere senso pratico. Il rischio è che si crei un ingorgo tra decreto, welfare e Finanziaria».
Anche perché Dini - lo ha già detto - stavolta proprio non voterebbe un pacchetto previdenza annacquato. Giusto? «Ecco appunto. Non bisogna sottovalutare il problema Dìni, che per la maggioranza, se nulla cambia, è sicuramente un guaio serio».
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