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20.11.2007 - «Dini e Veltroni, così non va» |
L'intervista il leader dell'Udeur Clemente Mastella: Lamberto pensa di stare ancora nel 1994, ma ora siamo noi ad avvertire Prodi |
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da "Roma" 20.11.2007
Rodrigo Rodriguez
Da sempre "attore" protagonista, durante il dibattito al Senato ha dovuto fare un po' da comprimario. Dai senatori a vita, ai due senatori dell'Ud (Bordon e Manzione), ai dissidenti Turigliatto e Rossi, ma soprattutto a tre diniani, Clemente Mastella è stato costretto per un attimo lasciare la scena. Ma per poco, e solo in apparenza.
Iniziamo da un argomento che sicuramente le farà piacere. Lo sperpero di denaro pubblico non c'è stato. Sul tanto deprecato volo di Stato che lo scorso 9 settembre il vicepremier Francesco Rutelli e lei avete utilizzato per andare al Gran Premio di Formula 1 di Monza la Corte dei Conti mette la parola fine.
«Certo, si è rivelato per quello che era, una bufala. Ma per un mese e mezzo sono stato tenuto sulla graticola, con processi mediatici costruiti ad arte. Proprio nei giorni scorsi ho letto il libro di Andreotti "2000. Quale terzo millennio", dove il senatore a vita racconta a un certo punto che Lamberto Dini gli dà un passaggio sull'aereo».
La lingua batte dove il dente duole... In questo momento Dini non deve esserle proprio simpatico.
«.Ma no. Io ho detto subito dopo il voto di giovedi sera al Senato sulla Finanziaria, e Io ribadisco fermamente, che se questo governo salta noi ci opporremo a qualsiasi altro atto che
non siano le elezioni anticipate. Dini lo sapeva benissimo, così come lo sapevamo noi, che all’interno della maggioranza c'era Rifondazione Comunista. Sia chiaro, senza equivoci: qualsiasi ipotesi di governi di transizione, di larghe intese o altre sciocchezze vedrebbero la nostra netta opposizione, più chiaramente usciremmo dal governo».
L'ex governatore di Bankitalia ieri sera a La7 ha bocciato un'eventuale alleanza con l'Udeur. Dice che la pensate diversamente, in particolare sul futuro... Lei mira a ottenere un chiarimento in questa coalizione, magari arrivando a un rimpasto, lui punta a superare questo quadro. E ha aggiunto: "Io non penso alla sopravvivenza".
«Potrei rispondergli di vedere bene da che pulpito viene la predica...».
Allude alla voce secondo la quale avrebbe chiesto la presidenza del Consiglio al centrodestra?
«Sì, era una voce che circolava, in un eventuale esecutivo transitorio, ma lo ritengo intelligente per aver fatto una simile richiesta. Così come si è sentito, e peraltro ne ha autorevolezza, della sua possìbile "candidatura" a presidente di Camera o Senato. Ma, per chiudere questo capitolo, sa qual è il problema, il "fatto"?».
Quale?
«Dini deve capire che non è più il '94, quando riuscì a diventare premier cambiando casacca: alla Camera c'è una maggioranza diversa»
Sta di fatto che ha salvato Prodi.
«Probabilmente lo ha fatto per necessità, viste le titubanze degli altri due senatori della sua componente, Scalera in particolare».
Ma in definitiva almeno un rimpasto ci sarà?
«Quel che accade all'interno di questa maggioranza mi può star anche bene,' il resto no».
Pare, stando alle dichiarazioni generali, che gennaio sarà un mese caldo...
«Lo può dire. Con l’anno nuovo si apre la partita: non ci piacciono affatto le parole di Veltroni sulle riforme. Provasse a farle con An e l'Udc e senza i partiti minori della coalizione...».
Ma che modèllo di legge elettorale auspica?
«Ci piace la bozza Chiti, la riteniamo valida, ma prendiamo atto che è finita in naftalina».
Come giudica le accuse della Finocchiaro sul tentativo di corruzione politica al Senato?
«Ha elementi? Li porti all'attenzione di chi di dovere. Chi sa; denunci».
Ma la Finanziaria, ora che tornerà al Senato, rappresenta ancora un ostacolo per Prodi?
«Non credo, anche se è probabile che alla Camera, vista anche la protesta di Confindustria, possa esserci un ritocco per la class action».
Per finire: qual è il giudizio su Berlusconi?
«Berlusconi è un combattente, gli va dato atto del suo tentativo, anche se questo non è riuscito. Ora però si apre una fase diversa nella Cdl, mi pare che Berlusconi decidendo di andare da Storace e dalla minoranza dell'Udc abbia voluto prendere le distanze da Fini e Casini e mi sembra che si fidi poco dei suoi alleati».
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