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23.11.2007 - Mastella corteggia Montezemolo: in politica con noi, alleato al Pd |
da "Il Corriere della sera" . L'intervista.L'invito del Guardasigilli |
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ROMA — Quando arriva il momento, chi fa politica, o chi accarezza l'idea di farla, deve capirlo. E deve saper «rischiare e azzardare»: «De Gasperi, Moro, non sarebbero stati quello che sono stati se non avessero avuto coraggio». Quello che «mi sembra un po' mancare da tutte le parti, in questo momento». Quello che Clemente Mastella, leader di quell'Udeur che da anni ha l'obiettivo di costruire «un centro politico forte che si allea alla sinistra», chiede esplicitamente a Luca Cordero di Montezemolo: «Se nasce qualcosa di nuovo al centro, se lui ne entrerà a far parte, se si metterà in moto un movimento virtuoso e tanti che sono rimasti fuori decideranno di entrare e fare politica in un luogo che riconoscono come proprio, allora sì che Berlusconi sarà sconfitto».
Ma perché tutto ciò avvenga, appunto, servono due cose. La prima, è che il presidente uscente di Confindustria, come magari Pezzotta e altri, «tante persone che finora sono rimaste nelle retrovie e che rappresentano mondi veri con i quali è bene che la politica si "contamini"», abbiano appunto il coraggio e la voglia di «buttarsi, rischiare, senza aritmetica, senza fare calcoli: non si può solo aspettare e criticare gli uni e gli altri rimanendo fuori dal gioco, bisogna mescolarsi, contagiarsi, sedersi al tavolo anche con chi non è esattamente uguale a te».
E poi c'è altro, che serve: «E' logico che tutto questo può avvenire se cambia la legge elettorale, in senso proporzionale. Perché è chiaro che se invece il tentativo di dialogo — che non deve limitarsi alla legge elettorale ma affrontare il nodo delle riforme — fallisce, allora si apre tutto un altro quadro». Perché si va al referendum, e tutto torna in discussione: «Noi chiediamo — dice il Guardasigilli — che entro il 15 gennaio si chiarisca se l'accordo c'è o no, senza perdite di tempo. Perché il timore di un temporeggiamento che fa scivolare verso un referendum che premia solo Pd e
Berlusconi, non neghiamolo, c'è...».
Ma se invece modello tedesco, o simile, sarà, allora «possiamo pensare per il futuro a un sistema che sarà profondamente diverso dall'attuale. Perché l'area sinistra dell'Unione sta già pensando a un ruolo futuro più da "diritto di tribuna" e partecipazione democratica che non di governo, An, che sta lentamente accettando il proporzionale, potrà tenere la sua forza e il suo ruolo di destra, Berlusconi sarà sempre Berlusconi, un'anomalia che tale rimane e che non è il centro, e poi ci sarà il Pd e, se ci riusciamo, questa forza di centro che guarda a sinistra può nascere e crescere». E il governo Prodi, in tutto questo? «Il mio appoggio non è in discussione, abbiamo siglato un accordo. Abbiamo scontato le difficoltà di un sistema in cui non si riesce a decidere, ma proprio per questo speriamo che non sia tutto un giochetto ma che sia vera l'intenzione di aprire una necessaria, indispensabile fase costituente».
Paola di caro
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