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POPOLARI UDEUR : News Invia news  |  Scarica PDF
08.01.2008 - Un referendum illegittimo
8.01.08 I Popolari-Udeur annunciano il ricorso alla Consulta: «Quesiti incoerenti con il sistema» Oggi a Montecitorio la conferenza stampa dei capigruppo, Fabris e Barbato, per illustrare l’iniziativa. Largo Arenula: «Dal Pd vogliamo chiarezza, subito la verifica. Cambiare la legge elettorale si può ma non ritagliando pezzetti di normativa»
 
da "Il Campanile Nuovo" di Manuela D'Argenio 

Come preannunciato prima della pausa natalizia, tutta la partita nel centrosinistra si gioca in vista dell’appuntamento del 10 gennaio: il giorno in cui ci sarà il vertice di maggioranza e si farà il punto sull’operato del governo. Sul tavolo, a riaprire polemiche mai accantonate, torna in pole position la legge elettorale, anche alla luce di una scadenza ulteriore: quella, cioè, del prossimo mercoledì 16, quando la Consulta si esprimerà sull’ammissibilità del referendum. Ed è proprio questo il nodo più controverso della faccenda. Arturo Parisi ricorda di aver sostenuto fin dall’inizio il referendum «per costringerci ad una decisione» quindi, osserva, «arrivati a questo punto debbo purtroppo prendere atto che abbiamo sprecato mesi e anni preziosi». Per Parisi insomma bisogna ripristinare il Mattarellum che «ha garantito tutto e non può essere accusato di essere stato pensato per avvantaggiare gli uni contro gli altri». Domani, in ogni caso, ricomincerà l’iter in Senato se non ci saranno altre sorprese al centro dell’esame ci sarà la bozza Bianco, sulla quale arrivano nuove aperture, a partire da Rifondazione Comunista. Franco Gordano, infatti, accoglie con favore l’apertura al dialogo di Walter Veltroni. «Se le cose stanno così - dice Giordano - siamo pronti a riprendere la discussione con Veltroni ma a due condizioni: recupero nazionale dei resti e voto disgiunto tra liste e collegio». Sul referendum però, resta il niet, scandito nell’intervista a Repubblica. «Noi teniamo separata la riforma elettorale dalle questioni sociali ma è evidente che per molti partiti della maggioranza la prospettiva del referendum - ammonisce - sarebbe una catastrofe». Nessuna novità, fin qui, vista la battaglia anti-referendaria portata avanti dai piccoli dell’Unione. Si accodano infatti i Popolari-Udeur che reputano il quesito referendario «incoerente con l’attuale sistema elettorale». Dunque, questa l’idea dei capigruppo al Senato e alla Camera, Tommaso Barbato e Mauro Fabris, «è possibile modificare tale sistema ma non ricostruirne uno ritagliando pezzetti di normativa». Per questo in una conferenza stampa, i Popolari-Udeur oggi illustreranno il ricorso che il partito presenterà alla Corte Costituzionale. Piove sul bagnato, d’altronde, come conferma anche la precisazione del Pdci che ammonisce i big della sua coalizione. «Le proposte che si registrano all’interno del Pd – sbotta Pino Sgobio - sono contraddittorie». E dall’Udeur Cusumano chiede al primo partito del centro-sinistra «l’onore e l’onere di fare proposte agli alleati, rinunciando al pendolarismo che, dal proporzionale al maggioritario, mescolando salsa tedesca, spagnola e francese, non aiuta certo a fare chiarezza». Insomma, tutto pare invariato, nonostante i buoni propositi e una pausa che, a quanto sembra, non ha portato consiglio. Per la gioia dell’opposizione, che non manca di servire qualche bella stilettata al governo Prodi. «Mentre l’Italia, grazie a Prodi, arranca in economia, affoga nei rifiuti ed è invasa dagli immigrati clandestini – sbotta la vicepresidente dei deputati forzisti Isabella Bertolini - nel centrosinistra c’è chi vuole impedire il confronto. E questa è un’altra macchia di questa maggioranza». Di qui l’appello al dialogo per «dare un nuovo governo all’Italia». Comunque, in qualsiasi modo la si voglia mettere, resta il fatto che «una modifica della legge elettorale per restituire più spazio di scelta ai cittadini. E’ un valore fondamentale che non può essere abbandonato». Parola del presidente del Senato, Franco Marini che fa un appello a «una stagione di impegno ampio tra le forze politiche, in Parlamento, per approvare quegli adeguamenti che possono mettere la nostra democrazia, le nostre istituzioni, nella condizione di decidere più velocemente di fronte a tanti problemi che incalzano».

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