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POPOLARI UDEUR : News Invia news  |  Scarica PDF
12.02.2008 - «La sezione italiana del Ppe? E’ una scelta naturale
Il Campanile si mostra unito intorno al suo leader. Satta: «D’accordo su tutto con Clemente»
 
12.02.08 "Il Campanile Nuovo" 

Giuseppe Petrocelli 

Per i Popolari-Udeur, il dato certo nell’evoluzione del quadro politico di questi giorni è il «mi intriga», affermato da Clemente Mastella nel corso del Consiglio nazionale del partito, rispetto alla possibilità della costruzione di un’area politica che faccia riferimento al Partito popolare europeo, ovvero il soggetto politico che da tradizione unisce i democratici cristiani del Vecchio Continente. Ma, dall’assemblea di sabato scorso ad Arpaise, arrivano anche altri punti fermi. Come i pieni poteri al segretario per affrontare nelle prossime ore la situazione politico-elettorale e la rassicurazione che l’Udeur non morirà. Quanto al Campanile, nel momento di oggettiva difficoltà, mostra unità intorno al suo leader. E pure questa, al momento, è una certezza. Il numero due di Largo Arenula, il vicesegretario vicario Antonio Satta, così commenta la relazione dell’ex Guardasigilli: «Esprimo perfetta sintonia con le parole del segretario e piena condivisione dell’articolazione del suo intervento». Ma non è il solo. Quando si chiede al presidente dei deputati del partito, Mauro Fabris, se pensa che il riferimento fatto dall’ex titolare di Via Arenula all’ipotesi legata al Ppe possa rappresentare un elemento di chiarezza venuto dal meeting di Arpaise, questo è il ragionamento: «Direi di sì», del resto, spiega, «abbiamo sempre combattuto perché il sistema politico restasse il più articolato possibile, questo è giusto considerata la presenza nel nostro Paese di più culture politiche». Così, continua Fabris, «in questo quadro, non c’è dubbio che per noi quella del Partito popolare europeo sia una scelta naturale e, dunque, se c’è da costituire un’area omogenea è ovvio che si faccia con chi si riconosce nel Ppe». Del resto, allo stato, alternative, considerata l’evoluzione del quadro politico, non ce ne sono. «Non capisco l’atteggiamento di alcuni, anche nel nostro partito: in questo schema l’unica alternativa – osserva il numero uno dei mastelliani a Montecitorio - è l’adesione al Partito socialista europeo, cosa per noi impossibile». Da qui, spiega Fabris, l’affidamento della delega del Consiglio nazionale al leader Mastella. «La delega al segretario è opportuna in quanto c’è necessità di un approfondimento, perché bisogna capire bene il quadro di alleanze che si va definendo», fa notare l’esponente udeurrino. Questo, sottolinea il capogruppo del Campanile alla Camera, «non significa che l’Udeur vada chiuso» soprattutto nel momento in cui c’è da «prepararsi non solo per le elezioni politiche ma anche per il rinnovo delle amministrazioni locali». Infatti, in primavera non si combatterà soltanto la partita a livello nazionale ma le tante partite sul territorio. Un terreno sul quale il partito, sostiene Fabris, è disposto a giocare a viso aperto. «Noi, dice quindi Fabris, «lavoriamo per rafforzare il ruolo dell’Udeur e la prospettiva di costruire la sezione italiana del Ppe». Tuttavia, «vorrei dire a chi, senza indicare alternative, si chiama fuori, che questo è l’obiettivo che ci siamo posti all’ultimo congresso». Qui il riferimento, più o meno diretto, è alle turbolenze che agitano il partito da qualche settimana. «Quelle di Cusumano (il senatore Udeur che ha votato la fiducia al governo Prodi in contrasto con le determinazioni del partito, ndr.) e di chi va nel Partito democratico sono scelte, dal punto di vista politico e culturale, distanti» per chi si professa moderato e di centro. I punti interrogativi per quanto riguarda la fase politica restano, per ora, ancora tanti. Ma si sa che le sfide non si possono vincere se non le si affronta a viso aperto. «Abbiamo ancora qualche giorno per capire che si può fare con Casini, con il Partito della Libertà» ma, conclude Fabris, «è ovvio che le nostre scelte dipendono dal tipo di obiettivi che ci siamo posti».

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