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19.02.2008 - Il Centro può essere determinante |
Mastella: «Basta personalismi, mettiamo da parte i pregiudizi. Insieme c’è un futuro. Tutti abbiamo avuto esperienze diverse, ma ormai ognuno di noi è cambiato rispetto a quello che era stato prima. Abbiamo un’occasione, non sprechiamola. Detto questo, se non c’è accordo, non lasceremo campo libero». E a Largo Arenula si lavora alle liste |
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19.02.08 "Il Campanile Nuovo"
Alleanze al centro? Si può fare. Di più, si deve. A pensarla così non è Walter Veltroni ma Clemente Mastella. Per il leader dei Popolari-Udeur «in diverse regioni può essere determinante un’alleanza tra noi, l’Udc e la Rosa Bianca». Certo, «se qualcuno gioca allora non andiamo da nessuna parte», ma «se si utilizza lo stato di necessità senza personalismi possiamo fare una campagna difficile ma entusiasmante». Insomma, è l’invito rivolto da Mastella agli amici moderati come lui dalle colonne della Stampa, «non mi sembra il caso di mettersi a fare gli spocchiosi, diamoci una mano, ora che siamo tutti in mezzo a una strada….». Parole che giungono dopo che solo qualche giorno fa Mastella lanciava un appello all’unità «a tutti coloro che hanno una visione comune e ai laici che hanno una compatibilità con i valori d’ispirazione cattolica». Quanto al Campanile, assicurava Mastella, «siamo pronti a fare la nostra parte, con slancio e passione, in nome della libertà», perché «si sta aprendo una nuova fase» e ognuno deve mettere «da parte con generosità i propri egoismi, e contribuisca, finalmente, alla creazione di un polo di centro che eviti la normalizzazione della politica». In caso contrario, il gioco è presto fatto: «Stiamo già lavorando alla preparazione delle liste che presenteremo in tutte le circoscrizioni con la presenza di tante donne e moltissimi giovani, uniti da una visione comune della vita: salvaguardia dei valori, difesa del Mezzogiorno, tutela delle garanzie giudiziarie per i cittadini». Ieri, l’ex Guardasigilli ha ribadito la linea nell’intervista al quotidiano torinese: «Conviene a tutti avere un po’ di umiltà e insieme cogliere un’occasione storica» ma «se al centro non si trova un’intesa, io andrò da solo». Ciò significa che «ci sarò con le mie liste in tutta Italia e mi troveranno sulla loro traiettoria». E «poi voglio vedere come lo prendono l’8 per cento in Campania». Il quorum per Palazzo Madama è, infatti, l’ostacolo più grande soprattutto per i “non allineati”. Senza accordo al centro, «al Senato l’8 per cento se lo scordano in molte regioni». Forse anche in Sicilia, osserva Mastella, visto che «Lombardo sta andando con Berlusconi e l’Udc si sta sfaldando». Dunque, niente puzza al naso da parte dei possibili compagni di viaggio. «Non mi vogliono? Bene, buon viaggio e la madonna li accompagni», taglia corto l’ex Guardasigilli. Che liquida con un «ognuno guardi a casa sua» le rimostranze di chi lo accusa di «cercare un salvagente per me e i miei amici»: «Ognuno è quello che è» e «io sono stato per dieci anni coerentemente schierato con il centrosinistra, anche all’opposizione e fino a quando non sono successe certe cose sono stato l’alleato più leale del governo Prodi» Di «affidabilità», attacca Mastella, «potrei parlare a proposito di altri che prima erano dall’altra parte e ora sono vergini di centro». Quindi, sbotta, «lasciamo perdere» e «chi vuole capire capisca». E se da solo non ce la facesse? «Intanto non è detto e poi chi se ne frega. In Parlamento – ribatte – ci sto da 33 anni, qual è il problema? Si può fare politica in tanti modi». Infine, alla domanda se si fosse pentito della scelta di far cadere Prodi, il segretario di Largo Arenula precisa che il governo di centrosinistra «cadeva lo stesso», «non c’era più» e «non poteva più andare avanti». Il Professore, insomma, «sarebbe caduto tre giorni dopo, sulla mozione di sfiducia a Pecoraro Scanio». Una cosa però la chiarisce bene, Mastella. «Io non ho trattato con nessuno» e «non ho trattato posti». Del resto, «se avessi voluto farlo, l’avrei fatto prima di togliere il sostegno a Prodi» e invece «non l’ho fatto». E poi «Berlusconi l’ho visto solo una volta». Ma evidentemente non poteva andare: «Io resto uno di centro, mentre ho verificato che nel Pdl non si poteva fare il Partito popolare europeo. Come si fa a fare il Ppe se non c’è neanche Casini» ma con An e Lega?
Giuseppe Petrocelli
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