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21.02.2008 - «Pronti alla nostra battaglia» |
I Popolari-Udeur lanciano la sfida: «Presenti con i nostri candidati in tutte le circoscrizioni». Mastella: «Chi è disposto a combattere scende in campo senza pretese di annessione o esclusione, altrimenti nessuno arriva al 4%. Ma se andiamo insieme ci sarà l’exploit». Partita la macchina organizzativa di Largo Arenula: in dirittura d’arrivo le liste per le politiche di aprile. Il partito: «Ci saranno tanti giovani e tantissime donne» |
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21.02.08 "Il Campanile Nuovo"
di Giuseppe Petrocelli
La conferma arriva nel primo pomeriggio: «L’Udeur di Clemente Mastella – informa l’ufficio stampa del partito - sta definendo le liste per le prossime elezioni politiche, aperte a tanti giovani e a moltissime donne, e sarà presente con i propri candidati in tutte le circoscrizioni». Insomma, mentre in queste ore le trattative fervono e l’Udc, la Rosa Bianca, il Movimento per l’autonomia di Raffaele Lombardo rappresentano, per il partito di Largo Arenula, altrettante variabili con cui tentare di trovare una “quadra”, la barra resta dritta al centro. Soli o insieme con gli altri partiti omogenei, i Popolari-Udeur ribadiscono l’intenzione di salvaguardare, in un modo o nell’altro, l’area e l’esperienza politica dei moderati. Non da oggi Clemente Mastella è convinto che sia necessaria in Italia una non irrilevante presenza di un’area di centro d’ispirazione cristiana. E il campo del centro è quello dove si registra, in queste ore, un maggior dinamismo ma anche quello dove maggiori restano le incognite dal punto di vista organizzativo. Comunque, il lavoro sulle liste e, dunque, il prepararsi alla corsa solitaria al voto non sono una novità, per l’Udeur. Il leader del Campanile sta ripetendo da giorni che «per quanto ci riguarda stiamo già lavorando alla preparazione di liste che presenteremo in tutte le circoscrizioni con la presenza di tante donne e moltissimi giovani, uniti da una comune visione della vita: salvaguardia dei valori, difesa del Mezzogiorno, tutela delle garanzie giudiziarie per i cittadini». E’ solo questa la piattaforma, fa sapere Mastella, su cui è possibile misurare la convergenza con le altre forze. Tanto più che, ragiona l’ex Guardasigilli del governo Prodi, se le tre formazioni che oggi sono al centro - ossia il Campanile, l’Udc e la Rosa Bianca - si uniscono, possono arrivare più agevolmente al traguardo dell’8 per cento per Palazzo Madama in molte regioni. Oltre al dato elettorale, di per sé ovviamente fondamentale, il rassemblement moderato rappresenterebbe un’inversione storica rispetto a quanto accaduto dal ’94 in poi. Ovvero dalla fine della Democrazia cristiana e dall’inizio della diaspora del popolo dello scudocrociato. Secondo Mastella, insomma, le condizioni per tentare una ricomposizione politica ed elettorale ci sono tutte, dal momento che ora inizia a sgretolarsi il bipolarismo rigido degli ultimi quindici anni. Un ragionamento, quello dell’unità al centro, che, tra l’altro, molti fanno ora con più vigore anche tra le mura della Santa Sede. Almeno stando ai retroscena giornalistici. Ma se sulla sfida di un rassemblement moderato prevarranno «preclusioni», «veti» o «personalismi», è ovvio, pensa Mastella, che la strada sia segnata: «Faremo la fine dei balenotteri, chi prima chi dopo, ci areneremo tutti sulla spiaggia morendo». Tuttavia, l’Udeur, in ogni caso, «ci sarà»: «Scenderemo in campo con le nostre forze, che in alcune realtà non sono affatto trascurabili», assicura perciò il capo del Campanile. Basti pensare al bacino elettorale del meridione, soprattutto della Campania. Che, nonostante lo scossone provocato dall’inchiesta giudiziaria di Santa Maria Capua Vetere, probabilmente non tradirà le aspettative del partito dell’ex ministro della Giustizia. E se invece la battaglia politica del segretario Udeur si rivelasse perdente? Quando glielo hanno chiesto, lui ha replicato così: «In Parlamento ci sto da 33 anni. Qual è il problema? Si può fare in politica in tanti modi. Non devo a tutti i costi ritornare in Parlamento, anche a costo di essere imbavagliato o confinato nella destra. Io voglio fare una battaglia politica». Intanto, ha detto sibilllino, «vediamo se in Campania non ce la faccio». Insomma, poi si vedrà. Per ora si affilano le armi. Quelle della democrazia, ovviamente.
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