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02.04.2008 - Torti e diritti |
02.04.08 da "Il Corriere della Sera" di Pierluigi Battista.
E così, si apprende da Catanzaro, il nome di Clemente Mastella non doveva neanche essere iscritto nel registro degli indagati nell'ambito dell'inchiesta Why not. |
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Non lo dice un fan dell'ex ministro della Giustizia o una corrente giudiziaria sospetta di parzialità. No, lo dice il gip che ha accolto in toto le tesi della Procura generale che aveva chiesto l'archiviazione della posizione di Mastella. Ora bisogna solo prenderne atto. Non trincerarsi, come è stato fatto, dietro una presunta benevolenza da parte di chi aveva stabilito che non vi era alcun elemento per mandare Mastella a processo. Non aggrappandosi a spiegazioni pretestuose, che denunciano solo il veleno dell'accanimento e del partito preso. Rispettando, come si è sempre predicato, le scelte della magistratura, anche se appaiono contrarie a pur legittimi convincimenti. Altrimenti lo Stato di diritto ne esce umiliato, con le sue regole e i suoi princìpi. Lasciando campo libero alla sommarietà del processo condotto nelle (tele)piaz-ze, e alle condanne preventive (in effige) di un nemico politico. Non di un presunto colpevole, talmente non colpevole da non meritare un processo, o addirittura una semplice iscrizione nel registro degli indagati.
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