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03.04.2008 - LA VICENDA MASTELLA - Sorprendente esempio da manuale di malagiustizia |
03.04.08 da "Avvenire" di Sergio Soave |
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I l castello di accuse che ha travolto Clemente Mastella sta crollando miseramente per decisioni della stessa magistratura. Gli arresti inflitti a sua moglie su richiesta di un sostituto procuratore alla vigila del trasferimento e approvati da un giudice che, mentre li convalidava, si dichiarava incompetente in materia, sono stati revocati dopo pochi giorni. Il tribunale dei ministri ha decretato che il famoso viaggio a Monza sull’aereo di Stato non costituisce reato. Ora si riconosce anche che nell’inchiesta Why not
per Mastella non esistevano neppure i minimi indizi necessari per iscrivere l’allora Guardasigilli nella lista degli indagati. Questo significa che Mastella aveva tutte le ragioni per inviare gli ispettori per verificare la correttezza (poi giudicata insussistente anche dal Consiglio superiore della magistratura) dell’azione di Luigi De Magistris. D’altra parte che il filo che legava Mastella all’indagine sulla (presunta) frode ai danni dell’Unione europea era esilissimo: il suo numero di telefono trovato nell’agenda di un indagato, che peraltro avendo esercitato la rappresentanza di una organizzazione sociale, teneva ovviamente contatti con esponenti politici. Su una traccia tanto evanescente è stata costruita quella che oggi si può a giusta ragione definire una persecuzione giudiziaria, immensamente amplificata dalla insistita gogna televisiva e da una implacabile campagna mediatica. Le conseguenze politiche sono state colossali, il ministro della Giustizia ho dovuto dimettersi, non avendo ricevuto la solidarietà politica che chiedeva (sostituita da un avaro e tutt’altro che unanime riconoscimento «umano») ha abbandonato la maggioranza, mettendo il suggello a una crisi già evidente. Mastella e il suo partito, per effetto della campagna che si fa fatica a chiamare di informazione costruita su quella giudiziaria dimostratasi infondata, sono diventati, nell’imminenza della consultazione elettorale, degli intoccabili. Per coalizioni e partiti, apparentarsi con l’Udeur, dipinta come la quintessenza della malapolitica, era considerato un rischio da non correre, così una presenza reale seppure circoscritta a una specifica area territoriale, è stata cancellata dalla competizione. Si tratta di un esempio da manuale di malagiustizia e malainformazione, che dovrebbe far riflettere sull’esigenza di porre dei limiti non all’autonomia della magistratura e alla libertà di stampa, ma all’abuso che si fa di questi diritti, fino a trasformarli in strumenti per offendere la dignità delle persone e creare pesanti turbative alla vita politica democratica. Almeno questo risarcimento a Mastella è dovuto, in modo che quel che ha sofferto ingiustamente non abbia a ripetersi e per far sì che a decidere delle scelte politiche sia il libero gioco delle forze in campo, del consenso che ottengono, dei risultati che conseguono, giudicati con un metro non falsificato da poteri non elettivi usati in modo scriteriato e malevolo.
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