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11.06.2008 - Mastella: "Ho pagato quella legge. Ora Berlusconi è ripartito da me" |
da "Il Riformista" 11.06.2008 |
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Neanche lui, come del resto dei ministri che lo hanno preceduto, è riuscito a rendere legge le misure per regolarizzare le intercettazioni. Anzi Clemente Mastella, il Guardasigilli di Prodi, accusa tra i motivi del suo stritolamento proprio l’aver portato a buon punto, con ampia maggioranza, la famigerata legge. E adesso gli uffici legislativi del ministro di via Arenula partono proprio dal ddl Mastella per tentare di fare una legge condivisa.
Questo dovrebbe restituirle almeno l’onore delle armi...
“E’ stato lo stesso Premier a dire di tirare fuori dal cassetto la mia legge. Del resto se Berlusconi vuol fare veramente lo statista deve rendersi conto che è quella la linea Maginot per il suo governo.
Se vuole portare a casa un risultato possibile e soprattutto condiviso quella legge è l’unica mediazione possibile. La mia legge è quella di un vero centrista!”
Per quel ddl lei è partito dallo stesso assunto da cui parte l’attuale governo?
“Io non puntavo sulla quantità di intercettazioni che si fanno, ma sugli abusi dell’uso dei testi emersi dalle registrazioni che toccano la privacy del cittadino comune”.
Condivide l’allarme del nuovo Guardasigilli sull’eccessivo uso di tale pratica d’indagine?
“Credo che i dati siano quelli che ha denunciato e comunque c’è stata un attività investigativa enorme di questo tipo. Questo è indubbio. Ma il punto è un altro: ripeto, bisogna limitare l’abuso. E allora servono procedure semplici, centri di ascolto limitati presso le corti d’appello. Un archivio con un custode scelto dal procuratore capo. Norme che rafforzano il limite di tre mesi per fare le intercettazioni e soltanto quando il procuratore lo ritiene necessario prorogare solo per altre due volte, di tre mesi in tre mesi. Questa in sintesi è la mia legge”.
Anche lei prevedeva di punire i giornalisti però...
“La mia legge prevedeva la disciplina del segreto sulle intercettazioni sino a rinvio a giudizio, e una sanzione amministrativa sia per l’editore che per il giornalista. Ma soprattutto si disciplinava il segreto e la tutela dei dati conservati nell’archivio”.
Ha pagato per aver voluto quella legge?
“Bè, certo. Non la volevano i magistrati e neanche i giornali. Il loro era un atteggiamento furbesco ed ideologico perché piegavano la legge alle proprie esigenze. Che motivo c’era di nominare persone che non nulla avevano a che fare con le attività investigative se non un aspetto di potere autentico?”
Pensa che il governo Berlusconi riuscirà dove lei e Prodi avete fallito?
“Ha una maggioranza ampia. Dipenderà da Berlusconi decidere se vuole mantenere un atteggiamento determinato o meno.
Probabilmente ha puntato alto per arrivare più basso, ma arrivare. Così anche la magistratura ha cambiato tono. Prima era disposta a far saltare tutto, oggi cerca una mediazione possibile, per evitare che salti tutto”.
La Lega non sembra d’accordo con il premier.
“Tornerà indietro. Del resto Berlusconi ha ceduto sul decreto sicurezza e loro cederanno sul disegno di legge sulle intercettazioni. E allora si troveranno d’accordo sulla mia legge”.
(ma.ba.)
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