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27.01.2009 - Il Ros rivela: Mastella sotto controllo prima del via libera del pm
Al setaccio dei carabinieri il lavoro compiuto dallo 007
 





ANTONIO MANZO «I dati acquisiti nei confronti di numerose persone fisiche e giuridiche erano gestiti unicamente presso lo studio Genchi». La conferma dell’esistenza della banca dati di Genchi arriva il 30 settembre scorso quando il colonnello Pasquale Angelosanto, comandante del Reparto Indagini Tecniche del Ros di Roma, viene sentito, per ore, dai pm salernitani Nuzzi e Verasani. E parla. È una banca dati con utenze telefoniche intestate a parlamentari, magistrati, vertici dei servizi segreti, molte utenze coperte dal segreto di Stato. Ne sapeva niente De Magistris, chiedono i due pm, di questa banca dati? Risponde Angelosanto: «Come ho riportato nelle annotazioni del 17 marzo, 23 aprile e 3 giugno 2008 i dati erano gestiti unicamente presso lo studio Genchi». Ma c’è il capitolo dell’acquisizione del traffico telefonico dell’ex ministro Mastella che il colonnello del Ros descrive. Il consulente di De Magistris, «sapeva» fin dal 23 marzo 2007 che l’utenza telefonica 335/12827... era in uso all’allora ministro di Giustizia. E che solo un mese dopo, il 20 aprile, avrebbe chiesto all’ex pm di Catanzaro di acquisire il tabulato con le telefonate di una utenza a lui già nota: primo, perchè lo stesso Genchi ascolta intercettazioni della procura di Lametia Terme nelle quali Mastella dialoga direttamente con l’indagato Antonio Saladino; secondo, perchè la Tim gli aveva già segnalato l’appartenenza di quel numero intestato «Camera dei Deputati» nell’ambito della consulenza per il processo Poseidone. Mastella controllato illegalmente dal consulente Genchi? Secondo il Ros dei Carabinieri decisamente sì. Perchè Genchi «sapeva» bene, scrive Angelosanto alla procura generale di Catanzaro, che «per riferimenti inequivoci, diversi e plurimi quel numero era registrato nel cellulare sequestrato a Saladino come «Mastella C», poi come «Clemente Mastella» e un’altra ancora come Mastella» fino all’indicazione di un indirizzo di posta elettronica di un collaboratore del ministro. Le risultanze dei Ros, contenute nella relazione del 12 gennaio 2008, vengono spedite alla procura generale di Catanzaro che, nell’ottobre del 2007, aveva incaricato proprio il Ros di verificare tutte le operazioni svolte a Catanzaro da Genchi. Non solo, ma con un supplemento di delega investigativa, due magistrati calabresi Garbati e De Lorenzo, chiedono anche di verificare anche se fossero stati chiesti da Genchi i tabulati delle telefonate di Massimo Giacomo Stellato «in servizio presso l’ex Sismi e indagato nel processo Why Not» con tutti i contatti, in entrata e in uscita, «con numeri telefonici riservati per ragioni di sicurezza nazionale». È il 30 ottobre 2007, la procura generale di Catanzaro revoca la nomina a consulente del pm De Magistris a Gioacchino Genchi e si affida al Ros per «controllare» tutta l’attività del consulente. In Calabria vogliono «approfondire» il ruolo e i compiti svolti, su delega di De Magistris, dal consulente; a Salerno, invece sostengono che l’attività del pm De Magistris di acquisizione dei dati di traffico telefonico «è risultata aderente ai principi fissatui dalla Cassazione in materia» e che sono «legittime» le risultanze degli accertamenti svolti da Genchi su incarico del pm. 

da il quotidiano: "il Mattimo" 
data: 27/01/2009



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