Aridatece Clemente Mastella
di Aldo Torchiaro
Non è ministro, o almeno non lo è più. E non siede neanche più nel Parlamento nazionale, Clemente Mastella. Ma meriterebbe di poter mettere la firma sotto ad una proposta di legge, l’ex ministro della Giustizia. Ieri la sua voce è risuonata più chiara di tante altre, in merito al gran caos che le leggi regionali hanno creato sulla presentazione delle liste locali. “Sul piano della democrazia occorre trovare i criteri e le regole di una convivenza civile. Altrimenti queste elezioni rischiano di diventare tribali”, ha commentato il segretario dell’Udeur, che però va oltre e punta dritto al cuore del problema. La regola delle firme da presentare, tante a seconda della regione, va riscritta, a lume di ragione. Non si capisce d’altronde perché un gruppo politico notorio, numeroso, consolidato quale il Pdl, ma lo stesso vale per il Pd, debba presentare moduli di certificazione del simbolo e migliaia di firme in calce alle candidature. “A quanti continuano a cavillare - ha aggiunto Mastella - ricordo che nel Lazio, il 29 ottobre 2009, c’è stato lo scioglimento anticipato del Consiglio Regionale per cui le firme, per legge, devono essere dimezzate. Poiché le liste per la loro validità devono essere accompagnate da un minimo e da un massimo di firme, vanno controllate tutte le liste e annullate quelle che superano il massimo consentito di firme”. La qual cosa rovescerebbe lo stato dell’arte, manco a dirlo. “Si tratta di regole - ha concluso l’ex guardasigilli - che segnialiamo all’autorità giudiziaria, alle commissioni di controllo elettorale e alle forze politiche e di governo”. Aridatece Mastella, viene da dire.
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